Tre migranti sudanesi uccisi a est di Tripoli, altri quattro feriti

Tre migranti sudanesi uccisi a est di Tripoli, altri quattro feriti
29 luglio 2020

Tre migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri quattro feriti, in una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) riferendo che “le autorità locali hanno iniziato a sparare nel momento in cui alcuni migranti, scesi da poco a terra, avevano cercato di darsi alla fuga”. I cinque migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all’incidente è stata trasferita in centri di detenzione.

“L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) deplora la tragica perdita di tre vite umane e chiede un’indagine urgente sulla sparatoria avvenuta al punto di sbarco di Al Khums in Libia la scorsa notte, a seguito dell’intercettazione di un’imbarcazione da parte della Guardia costiera libica”. Lo si legge in una nota dell’Unhcr. “Questo incidente sottolinea fortemente che la Libia non è un porto sicuro per lo sbarco”, ha dichiarato Vincent Cochetel, inviato speciale dell’Unhcr per la situazione nel Mediterraneo centrale.

Nei primi sette mesi di quest’anno, o almeno fino a ieri, sono stati 6.518 i migranti riportati in Libia dalla Guardia costiera libica, per la maggior parte uomini (5.716), ma anche donne (462) e minori (340) tra cui 84 bambine: lo riferisce l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) in un bollettino settimanale diffuso su Twitter. In tutto il 2019 le operazioni libiche di recupero di migranti in mare avevano riportato in Libia 9.225 persone. Nel 2020 gli annegamenti sulla “rotta mediterranea centrale”, quella che dalla Libia porta all’Italia, sono stati finora 101 e 168 i migranti dati per dispersi, riferisce ancora la grafica Oim. In tutto l’anno scorso, nello stesso braccio di mare, i morti erano stati 270 e 992 i dispersi, ricorda l’agenzia Onu.

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Intanto ventitré pescatori tunisini, tra cui 2 minori, sono stati fermati dalla Guardia di finanza e dalla Guardia costiera con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Compongono l’equipaggio del motopesca tunisino “Hadj Mhamed” di 27 metri che secondo l’accusa trasportava migranti che poi venivano messi sui barchini e indirizzati vesto le coste della Sicilia. Il motopesca svolge pesca con le reti con l’ausilio dei barchini è stato intercettato, alle 19,30 in acque italiane ed è stato scortato fino a Lampedusa (Ag). Due membri dell’equipaggio, per motivi ancora non chiari, si sono gettati in acqua, ma sono stati recuperati.

E non si arrestano gli sbarchi a Lampedusa ed in Sardegna, mentre scade oggi fil termine per la presentazione delle manifestazioni d’interesse sul bando da 4,8 milioni di euro per una nave-quarantena da inviare in Sicilia, che possa accogliere fino a 460 migranti fino al 31 ottobre. In Italia è polemica a Lampedusa il cui hotspot è al collasso. Alcune centinaia di migranti sono stati trasferiti a Porto Empedocle da dove poi partiranno verso alcune strutture in Molise. Si ingrossa poi il contingente dei militari a presidio dei centri di accoglienza per evitare fughe: 400 destinati in Sicilia e un centinaio a Gorizia. Non ci sono infatti solo gli arrivi via mare, tanto che l’assessore friulano alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha chiesto al Governo la chiusura di tutti i valichi minori. Cresce il numero dei positivi al Covid sbarcati sabato sera nel porto di Pozzallo dalla nave mercantile ‘Cosmo’.

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