Troppi scandali, vademecum a religiosi su budget e audit

7 agosto 2014

Sarà la presenza di Francesco, il Papa che ha detto di volere una Chiesa “povera e per i poveri”. Sarà il calo di vocazioni, che spinge molti istituti religiosi a ripensare la propria missione, e la crisi economica, che fa tornare d’attualità l’attenzione ai bisognosi. Saranno gli scandali che, non di rado, hanno coinvolto negli ultimi anni congregazioni, monasteri, conventi, ospedali, singoli religiosi. Tant’è che il dicastero vaticano responsabile dei religiosi di tutto il mondo, la Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, dopo avere organizzato a marzo un convegno su “la gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di Vita consacrata e delle Società di Vita Apostolica a servizio dell`humanum e della missione della Chiesa”, ha pubblicato ora un vademecum “per indicare gli elementi fondamentali sulla gestione dei beni e offrire suggerimenti utili alla riorganizzazione delle opere”.

Firmato lo scorso 2 agosto dal prefetto e dal segretario del dicastero, il cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz (focolarino) e lo spagnolo monsignor José Rodriguez Carballo (francescano), le “linee operative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica”, pubblicato in questi giorni dalla Libreria editrica vaticana (Lev), offre, in 23 cartelle, indicazioni tanto sintetiche quanto precise su “gestione dei beni”, “collaborazione con la Chiesa locale, con gli altri istituti e con i consulenti” e “formazione”, spaziando dal tema della trasparenza di bilancio alla necessità di ricorrere agli audit esterni, dai piani di rientro dal deficit all’ipotesi di dismissioni immobiliari. “Le opere mutano secondo i bisogni del tempo e assumono declinazioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Può accadere infatti di gestire opere non più in linea con l’espressione attuale della missione, e immobili non più funzionali alle opere che esprimono il carisma”, si legge nella prima sezione, che, operativamente, dà una serie di indicazioni su bilanci preventivi, verifica degli scostamenti, controllo di gestione, “scelte oculate anche in fase di dismissione o alienazione di immobili”, piani pluriennali, piani di rientro dal deficit, sostenibilità finanziaria, nonché la “verifica del reale grado di povertà personale e comunitaria”.

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uanto alla “trasparenza” e alla “vigilanza”, “la testimonianza evangelica – si sottolinea – esige che le opere siano gestite in piena trasparenza, nel rispetto delle leggi canoniche e civili, e poste a servizio delle tante forme di povertà”. Da qui l’indicazione di sistemi di controllo interni, piani di investimento, documentazione e registrazione delle varie operazioni, rendicontazione periodica e archiviazione corretta. Il documento chiede, ancora schemi internazionali uniformi nella contabilità, certificazione dei bilanci e audit, anche con ricorso a esperti qualificati. “Si fa presente – si legge – che questa congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica in assenza di bilanci certificati potrebbe non concedere le autorizzazioni a procedure di finanziamento”. Il vademecum raccomanda, sempre nella prima sezione sulla gestione dei beni, di definire con chiarezza il “patrimonio stabile” che, consentendo la vita dell’ente, “non può essere messo a rischio”.

Nelle due sezioni successive, il vademecum vaticano raccomanda la collaborazione con i vescovi locali e con gli altri istituti religiosi, nonché – salva la responsabilità ultima in capo all’istituto – con collaboratori e consulenti, evitando due estremi (“non servirsi di consulenti per non spendere denaro, rischiando di incorrere in problemi legali, economici, fiscali”, e “sperperare il denaro dell’istituto nelle consulenze”); e la formazione adeguata in campo economico e finanziario. “La formazione per gli economi, inoltre, non sempre è adeguata alle nuove istanze e al cambiamento di ruolo dell’economo nel passaggio da un’ottica di rendicontazione contabile a un’ottica gestionale”. La congregazione vaticana, si legge in introduzione del vademecum, invita tutti i superiori e gli economi a inviare, entro il 31 gennaio 2015, “pareri e suggerimenti per migliorare e porre sempre più a frutto le risorse che la provvidenza ha messo a disposizione della Chiesa affinché svolga con maggiore efficacia la propria missione di servire Cristo e i poveri, secondo i diversi carismi”.

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