Turchia, il premier Erdogan verso il voto

6 agosto 2014

“Dai ancora più forza a una Turchia forte” è questo lo slogan più gettonato della campagna del premier Recep Tayyip Erdogan che campeggia sugli onnipresenti manifesti elettorali. La sua vittoria rappresenta l`unica garanzia che crescita economica e processo di democratizzazione non si fermeranno, questo il messaggio chiave di una campagna dove il premier non ha perso occasione di rivendicare con orgoglio i successi conseguiti nei 12 anni di governo del suo Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) e secondo tutti i sondaggi gli elettori turchi intendono dargli, ancora una volta fiducia. Erdogan, reduce da un anno nero, il 2013, segnato da proteste anti-governative iniziate dopo la violenta repressione delle manifestazioni contro la demolizione del Parco Gezi a Istanbul la scorsa estate e uno scandalo corruzione senza precedenti a dicembre che ha rischiato di travolgere il governo, ha puntato tutto sulle presidenziali di domenica prossima per mostrare all’opinione pubblica turca e internazionale di tenere ancora saldamente in mano le redini del Paese.

Il premier, leader indiscusso della politica turca negli ultimi dieci anni, in cui il suo Akp ha vinto un`elezione dopo l`altra raccogliendo sempre maggiori consensi, nel corso della campagna elettorale ha snocciolato uno per uno i successi del suo governo che, secondo lui, ha risolto molti problemi della “vecchia Turchia dove c`era un colpo di stato ogni 10 anni”, inoltre, ha dichiarato Erdogan, Ankara ha azzerato il suo debito con il Fondo monetario internazionale, le riserve in valuta sono passate da 27,5 a 135 miliardi di dollari, il debito pubblico dal 63 all`8% e l`inflazione dal 30% a meno del 10. Grazie alla determinazione dell`Akp nel braccio di ferro con l`esercito e la vecchia classe dirigente fedele al kemalismo, l`ideologia nazionalista e ultra-laicista imposta dal fondatore della Repubblica turca Mustafa Kemal Ataturk negli anni `20, ha liberato il governo dall`opprimente controllo delle forze armate facendo della Turchia un paese più democratico.

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Se verrà eletto il premier ha annunciato che le sue priorità assolute saranno favorire l`approvazione di una nuova costituzione al posto di quella scritta durante il colpo di stato militare del 1980, l`ultimo e il più sanguinoso della storia turca, e allo stesso tempo portare a termine il processo di pace con gli autonomisti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) trovando una soluzione politica a un conflitto che ha fatto dal 1984 più di 45 mila morti nel sud-est del paese a maggioranza curda. Sono questi primi punti del programma “Obiettivo 2023” annunciato dal premier nel 2011 e più volte citato nel corso della campagna elettorale. Entro quell`anno, quando si celebrerà il 100esimo anniversario della fondazione della Repubblica turca Erdogan vuole fare della Turchia un Paese leader a livello mondiale, tra i dieci Paesi più sviluppati economicamente, i quinti per produzione agricola e portare il Pil pro-capite a 25 mila dollari.

Promesse a cui, secondo i sondaggi i cittadini turchi, sono pronti a credere ancora una volta. Secondo i pronostici dell`istituto turco A&G pubblicati oggi l`84% degli intervistati ha dichiarato che andrà a votare ed il 55,1% di loro sosterrà Erdogan, il 33,3% il candidato dell`opposizione Ekmeleddin Ihsanoglu e l`11,6% il curdo Selahattin Demirtas. “Erdogan e i suoi fan hanno cominciato a festeggiare la sua presidenza ancora prima delle elezioni che considerano ormai una pura formalità – ha scritto ieri il giornalista del quotidiano d`opposizione Hurriyet Serkan Demirtas – e il raduno de 3 agosto, a cui si stima che almeno un milione di persone abbiano partecipato sembra abbia alimentato ancora di più la convinzione che (il premier) vincerà”. (TMNews)

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