Verso le presidenziali, Biden stacca di 16 punti Trump nei sondaggi. Ed è mistero sulla salute del presidente Usa

Verso le presidenziali, Biden stacca di 16 punti Trump nei sondaggi. Ed è mistero sulla salute del presidente Usa
Joe Biden e Donald Trump
6 ottobre 2020

Il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden ha un vantaggio di 16 punti percentuali sul presidente Donald Trump tra gli elettori americani che probabilmente si recheranno alle urne il prossimo 3 novembre, secondo un Sondaggio Cnn pubblicato a quattro settimane dal voto presidenziale. Il 57% dei probabili elettori preferisce Biden, il 41% Trump. Lo stesso sondaggio condotto a fine agosto e inizio settembre assegnava a Biden un vantaggio di otto punti percentuali su Trump, 51 a 43 per cento.

L’ultima consultazione si è tenuta da giovedì e domenica, dopo il dibattito presidenziale di martedì scorso e la notizia, giovedì sera, che il presidente è positivo al coronavirus. Ieri sera Trump è stato dimesso dal Walter Reed National Military Medical Center ed è tornato alla Casa Bianca. Secondo la media dei sondaggi dal 21 settembre al 4 ottobre elaborata da RealClearPolitics, Biden è in vantaggio di 8,5 punti percentuali. Se il vantaggio indicato da Cnn è straordinario, ciò che fa un presidente americano è il risultato elettorale degli stati in bilico, come ha dimostrato la gara per la Casa Bianca del 2016, quando Hillary Clinton ha vinto di buon margine il voto popolare, ma Trump, con la maggioranza dei voti del collegio elettorale attribuiti dagli stati, è diventato presidente.

Di certo, se Donald Trump non è il primo presidente Usa alle prese con enormi pressioni nelle settimane finali della campagna per la rielezione, nessuno dei suoi predecessori è mai stato sia impegnato in una campagna elettorale che lo vede in netto svantaggio nei sondaggi sia vittima di un’infezione potenzialmente mortale. Trump ieri ha lasciato l’ospedale, dove era ricoverato da venerdì, contro il parere dei medici che hanno sottolineato che non è ancora fuori pericolo e che il Covid-19 spesso colpisce in modo casuale e ritardato. Inoltre, pur tra dichiarazioni pubbliche di grande ottimismo, dirette più al paziente nella suite presidenziale del Walter Reed Medical Center di Washington che al pubblico mondiale, i sanitari hanno somministrato a Trump cure solitamente riservate a malati gravi se non gravissimi di Covid-19. Resta quindi fitto il mistero sulle sue condizioni reali: apparentemente sta meglio, ma il Covid-19 ha dimostrato che può rimanere silente per un certo tempo tornando a manifestarsi in modo improvviso e debilitante. Per non parlare degli effetti neurologici e psichiatrici della malattia, uniti a quelli delle forti dosi di farmaci steroidei a cui è è stato sottoposto. 

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Trump avrà l’energia per i comizi di due ore che hanno caratterizzato la sua campagna? Gli elettori, gli attivisti, i dipendenti della Casa Bianca, gli agenti di scorta e i giornalisti vorranno stargli vicino se continuerà a mettersi in mostra senza mascherina, come ha fatto ieri sera al ritorno dall’ospedale? I malati di Covid-19 devono restare in isolamento, eppure Trump dal Walter Reed è uscito per un giro in macchina, in un suv pressochè sigillato contro gli attacchi chimici, insieme a vari uomini di scorta, sollevando un’enorme polemica. Inoltre, dal capo delle comunicazioni della Casa Bianca Hope Hicks alla portavoce Kayleigh McEnany, dall’assistente personale Richard Luna al consigliere media Dan Scavino, insieme a vari giornalisti del pool della Casa Bianca, senatori e famigliari, sono tutti fuori combattimento a causa del Covid-19.

Oggi la Casa Bianca viene descritta come una “città fantasma”, mentre emerge la notizia che la presidenza non si è preoccupata di tracciare i contatti di Trump e di tutti i dipendenti malati e il presidente esorta gli americani a “non avere paura del virus”. Chi resterà in isolamento o a lavorare da casa e chi riprenderà il circo della campagna elettorale, tra aerei, auto e treni in giro per l’America? Sarà in primo luogo il virus stesso a rispondere alla domanda: potrebbe scomparire oppure tornare, rimandando il presidente in convalescenza. Ora il primo test è tra meno di dieci giorni con il nuovo dibattito con l’ex vicepresidente Joe Biden il 15 ottobre. Dopo il primo faccia a faccia, nel quale l’aggressività estrema dimostrata da Trump l’ha danneggiato nei sondaggi, potrebbe essere l’ultima chance di recuperare. Si tratta però di un dibattito in stile “town hall” nel quale i candidati risponderanno alle domande degli elettori. In quel contesto le persone saranno piuttosto vicine tra di loro e a un presidente uscito da poco dall’ospedale. Non è chiaro chi vorrà o potrà partecipare al gioco.

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Intanto scende in campo l’ex first lady Michelle Obama che ha espresso martedì il suo supporto al candidato democratico Joe Biden, pubblicando un video in cui invita gli americani disillusi dalla politica a votare. In un filmato di 24 minuti, Michelle Obama fa appello a genitori e giovani, americani bianchi della classe operaia e persone di colore e sferza la cattiva gestione del coronavirus da parte del presidente Trump. “Continua a manipolare il popolo americano comportandosi come se questa pandemia non esistesse”. L’ex first lady ha messo in guardia dalla divisione, dal caos e dalla frustrazione dei tanti elettori bianchi. “È frustrante sentir dire da alcune persone che sei stato beneficiario di privilegi, e che il colore della tua pelle ti dà un vantaggio”, ha detto. “Ma in questo momento, il presidente e i suoi alleati stanno cercando di attingere a quella frustrazione per distrarre dai fallimenti mozzafiato, offrendo alla gente un capro espiatorio, diverso da loro, a cui dare la colpa. Alimentano le paure sugli americani neri e dalla pelle marrone”. Questo approccio, ha ribadito Michelle Obama, è “moralmente sbagliato, e sì, è razzista. Ma questo non significa che non funzionerà”.

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