Padoan ottimista: bicchiere mezzo pieno all’Ecofin su Unione bancaria

Padoan ottimista: bicchiere mezzo pieno all’Ecofin su Unione bancaria
17 giugno 2016

di Giuseppe Novelli

Le conclusioni della riunione dell’Ecofin che si è svolta oggi a Lussemburgo sono “un buon documento che mi sembra un bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto”. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha giudicato il percorso per il completamento dell’Unione bancaria che viene indicato nel documento dei ministri finanziari, soprattutto per quanto riguarda i due elementi ancora mancanti (e che la Germania continua a ostacolare) per quanto riguarda la condivisione dei rischi fra i paesi membri dell’Ue: lo Schema europeo di assicurazione dei depositi e il “backstop” comune per il Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie. Il ministro ha sottolineato che nel documento finale “viene prefigurato un percorso che comincia con il ‘backstop’ comune”, ovvero il meccanismo comune di sostegno pubblico che entrerebbe in campo se non bastassero le risorse private (bancarie) del Fondo unico di risoluzione.

Le conclusioni dell’Ecofin, in effetti, “notano le intenzioni degli Stati membri di cominciare a lavorarci nel settembre 2016, se e quando tutti gli Stati membri partecipanti (all’Unione bancaria, ndr) avranno pienamente trasposto la direttiva Brrd” sulle risoluzioni bancarie. Gli Stati membri, prosegue il testo delle conclusioni, “riaffermano la necessità di avere un ‘backstop’ comune pienamente operativo al più tardi entro la fine del periodo di transizione”, cioè entro il 2024. Oltre questa prima tappa, le conclusioni “stabiliscono una roadmap dei prossimi passi” per completare l’Unione bancaria e sono “il frutto – ha spiegato Padoan – di un negoziato non semplice, che raggiunge un buon compromesso viste le posizioni iniziali diverse tra i diversi Paesi, che nei fatti applica e implementa in un modo che si può definire soddisfacente la compresenza di elementi di condivisione del rischio e di riduzione dello stesso”. Questo “percorso preciso” che comincia con il ‘backstop’ comune, prosegue poi, ha aggiunto il ministro, con “i progressi in tema di indicatori di regolamentazione bancaria, che sono già stati in parte implementati e quindi costituiscono un importante strumento di riduzione del rischio, che si aggiunge ad altri”.

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E poi, ha sottolineato Padoan, “c’è la presa di distanza dalla tematica di attribuzione di coefficienti di rischio all’esposizione al rischio del debito sovrano detenuto dalle banche”. In altre parole, non c’è alcun impegno (come chiedevano i tedeschi) a proporre e approvare a breve termine nuove regole per limitare l’esposizione al debito sovrano delle banche. Invece, ha continuato il ministro, “si attende in modo inequivocabile la conclusione dei lavori del comitato di Basilea per, eventualmente, decidere di andare avanti”. Insomma, questa tematica “per il momento questa rimane congelata: ci deve essere prima un accordo che si trova a livello globale”. E questa, ha ricordato Padoan, “è la posizione che l’Italia ha sempre sostenuto e che trova accoglimento in quello che è stato deciso”.

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