Dopo decenni la Sicilia si sveglia e chiede i soldi dovuti a Roma. Pronto dossier per Mattarella e Renzi

Dopo decenni la Sicilia si sveglia e chiede i soldi dovuti a Roma. Pronto dossier per Mattarella e Renzi
3 dicembre 2015

La Sicilia continua a essere snobbata e in molti casi ‘dissanguata’ finanziariamente dai governi di Roma. E quello di Matteo Renzi non è certo il primo. E non sarà neanche l’ultimo. E’ un subire che ininterrottamente si protrae da decenni a discapito dei siciliani. Ora, siccome non c’è più un euro nella casse, Assemblea regionale e governo si svegliano e attraverso un report chiedono le somme che spetterebbero alla Regione. E così sappiamo che ammontano a circa 2.090 euro l’anno pro capite le entrate destinate dallo Stato alla Sicilia, con una enorme disparita’ rispetto alle altre regioni a statuto speciale: sono infatti 9.720 euro l’anno per i cittadini della Valle d’Aosta, 8.310 euro per il Trentino Alto Adige, 4.200 euro per il Friuli Venezia Giulia e 3.960 euro per la Sardegna. E’ quanto riporta un elaborato prodotto dalla commissione Bilancio dell’Ars e che verra’ inviato alla deputazione nazionale eletta in Sicilia, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Senato Pietro Grasso, al sottosegretario Davide Faraone e ai rappresentanti della Sicilia presso le istituzioni centrali.

L’obiettivo è di sensibilizzare il governo nazionale a concludere la trattativa Stato-Regione, applicando lo statuto autonomo e concedendo alla Sicilia quanto spetta. Secondo sempre il report, le entrate pro-capite della Sicilia rappresentano il 52,8% di quanto dato alla Sardegna, il 49,8% del Friuli Venezia Giulia, il 25,2% del Trentino Alto Adige e il 21,5% di quanto prende la Val D’Aosta. Per contro la nota documenta che le uscite a titolo di concorso al risanamento della finanza pubblica richiesto dallo Stato alla Sicilia nel 2015 e’ stato in valore assoluto pari a 1 miliardo 286 milioni, 745 mila euro a fronte di 582 milioni richiesti alla Sardegna, 441 milioni 840 mila euro richiesti al Friuli Venezia Giulia, 357 milioni alla provincia di Bolzano, 215 milioni 244 mila euro per la provincia di Trento e di 201 milioni 178 mila per la Valle d’Aosta.

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“L’analisi dei dati mostra che lo squilibrio contabile della Sicilia e’ solo in parte riconducibile alle azioni di politica economica perseguite dai governi regionali e approvate dall’Assemblea – si legge – un ruolo consistente nel determinare l’attuali situazione e’ dipeso, infatti, da decisioni dello Stato che hanno prodotto, nel tempo, forti criticita’ nelle finanze regionali”. Lo Stato toglie inoltre alla Sicilia circa 600 milioni di euro annui, con l’incremento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria, che ha determinato l’innalzamento dal 42,5% al 49,11% fin dal 2007. “Una serie di scippi veri e propri perpetrati per anni da parte dello Stato, ora ci costringono a chiudere la finanziaria con le sole spese obbligatorie – ha commentato Vinciullo – abbiamo solo 10 miliardi e faremo una finanziaria che avra’ la capacita’ di coprire solo i mutui, gli stipendi del personale e la spesa sanitaria. Per il resto si adoperino senza alibi anche i parlamentari nazionali, facciano lobby a Roma affinche’ sia riconosciuto il diritto della Sicilia di fronte allo Stato”.

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