Agroalimentare, made in Sicily piace più ai mercati fuori Ue

Agroalimentare, made in Sicily piace più ai mercati fuori Ue
15 dicembre 2015

Pane, pasta, dolci, vini, birre, carni e salumi, formaggi, pesce e conserve sono solo alcuni dei prodotti dall’agroalimentare artigiano siciliano che ha visto una crescita dell’export nei primi 6 mesi del 2015. Le esportazioni del settore hanno registrato un +3,7% rispetto allo stesso periodo 2014, con un giro d’affari di 261 milioni di euro. Il tutto, realizzato dalle 10.197 imprese artigiane dell’Isola, laboratori e botteghe che offrono produzioni straordinarie per qualita’, gusto, tradizione e genuinita’. Imprese che nel III trimestre di quest’anno sono cresciute dello 0,7%, contando su 70 unita’ in piu’ rispetto allo stesso periodo 2014. Sono i dati sulla Sicilia del dossier dedicato all'”Artigianato Alimentare Speciale Natale”, elaborati dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Sicilia, sui numeri del terzo trimestre 2015 dell’Istat e di Unioncamere – Istituto Guglielmo Tagliacarne. I prodotti made in Sicily piacciono piu’ nei mercati fuori dall’Ue a 28, dove le vendite hanno avuto un’impennata del 13,8%, all’opposto sono diminuite del 2,8% nel Vecchio Continente. Dall’analisi territoriale delle esportazioni del settore alimentare – focalizzata sul primo semestre del 2015 – emerge che le esportazioni rappresentano piu’ della meta’ (60,5%) del totale delle vendite realizzate oltre confine di prodotti del settore alimentare in tre province: si tratta di Messina con 65 milioni (24,9% del totale Sicilia), Trapani con 48 milioni (18,4%) e Palermo con 45 milioni (17,2%).

Nei primi sei mesi del 2015 tra le 9 province della Sicilia, si rileva il maggiore dinamismo delle esportazioni dell’agroalimentare in provincia di Siracusa che, con una crescita del 51,6% rispetto allo stesso periodo del 2014, e’ anche la quarta provincia italiana per maggior crescita delle vendite di prodotti alimentari sui mercati esteri. Seguono a livello regionale le province di Catania con il 31,2% e di Enna con il 15,7%. “Tali indicatori dell’agroalimentare artigiano siciliano sono certamente positivi- commenta Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato Sicilia- ma occorre cautela e tanto lavoro. Bisogna lavorare sulla solidita’ delle imprese -continua Ribisi- consentirne un maggiore sviluppo abbattendo le “barriere infrastrutturali”. Se l’export cresce di piu’ oltre i confini dell’Europa ci sara’ un perche’. Le infrastrutture colabrodo della Sicilia non consentono ancora alle nostre imprese di fare quel volo che invece hanno spiccato in regioni come il Veneto, dove l’export e’ all’11,9% per un valore di 2,4 miliardi di euro”. Sono numeri significativi quelli delle imprese attive nell’artigianato alimentare. Delle oltre 10 mila operanti nel settore, 6.046 sono pasticcerie, panifici e gelaterie – che costituiscono il comparto piu’ consistente, pari al 59,3% – , 234 pastifici, 143 sono attive nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 142 nel lattiero caseario, 105 nell’ambito delle spezie e condimenti, 50 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari. Il settore dell’artigianato alimentare si completa con la componente che coniuga produzione e servizio, rappresentata dai Servizi di ristorazione e dei cibi per asporto, dove operano 3.079 imprese, pari al 30,2% del totale.

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Nella distribuzione delle imprese del settore sul territorio, oltre la meta’ (56,4%) si concentrano in tre province: Catania (21,7%), Palermo (20,4%) e Messina (+14,4%). In Sicilia, come a livello nazionale, la crescita maggiore del numero di imprese dell’artigianato alimentare, pari al +3,6%, viene rilevata in provincia di Trapani. Seguono a livello regionale la provincia di Ragusa con il +2,3% (2° posto nella classifica regionale e l’11° in quella nazionale), di Siracusa con il +0,7% (3° posto nella classifica regionale e 26° in quella nazionale), di Catania con il +0,6% (4° posto nella classifica regionale e 29° in quella nazionale), di Agrigento con il +0,4% (5° posto nella classifica regionale e 35° in quella nazionale) e di Messina con il +0,3% (6° posto nella classifica regionale e 38° in quella nazionale).

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