Batosta per gli agricoltori, l’Ue spalanca le porte all’olio tunisino. E i parlamentari stanno a guardare

Batosta per gli agricoltori, l’Ue spalanca le porte all’olio tunisino. E i parlamentari stanno a guardare
26 gennaio 2016

Bruxelles spalanca le porte all’olio al ‘dazio zero’ su ulteriori 70 mila tonnellate.  Un accesso supplementare sul mercato dell’Unione europea di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017, dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 520 per cento le importazioni. Una quota che si aggiunge alle 56.700 tonnellate annue già previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia e che sarà in vigore per due anni. Una bella mazzata per l’Italia e in modo particolare per la Sicilia. “Costa meno di due euro, ha il record di offerte speciali nella grande distribuzione e mortifica la produzione isolana”, commenta Coldiretti Sicilia. “E’ una situazione paradossale – chiosa l’organizzazione degli agricoltori -. Abbiamo un primato sia nelle denominazioni di origine protetta sia nella varietà di olive che garantiscono i primi posti anche dal punto di vista occupazionale. Un comparto, quello olivicolo, che ha garantito lo sviluppo di molte aree dove l’economia è caratterizzata proprio da queste colture”. Una delle vie d’uscita, per la Coldiretti ” è arrivare all’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio Mongiello, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata”. Ora la parola sul “dossier olio tunisino” passa alla Assemblea plenaria dell’Europarlamento che dovrà esprimere il proprio parere definitivo sulla proposta della Commissione Europea che inizialmente riguardava il via libera a 70mila tonnellate a dazio zero, poi dimezzate in Commissione Agricoltura. Qualcuno, per quanto riguarda i parlamentari siciliani eletti a Bruxelles, si chiederà cosa fanno in parlamento e nelle commissioni. Non lo sappiamo. Certo è, che i provvedimenti sfornati dalla politica europea negli ultimi dieci anni non fanno altro che penalizzare la Sicilia e non solo nell’agricoltura ma anche nella pesca.

Eloquenti i commenti dei parlamentari europei, protagonisti della politica Ue. “Con quale faccia i miei colleghi eurodeputati italiani tornano nei propri territori a parlare di difesa dell’agricoltura locale e tutela di olio, vino ed altre produzioni dop e igp quando in Europa votano a favore dell’ingresso di altre 35 mila
tonnellate di olio tunisino?”, tuona Ignazio Corrao, europarlamentare del M5S.

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Si pensa di chiudere #Schengen e di rafforzare la vigilanza esterna, ma porte aperte all’ #olio tunisino #Europaarotoli @deputatipd”. Così il deputato del Pd Dario Ginefra su twitter.

“Il via libera della commissione Commercio internazionale dell’Europarlamento all’accesso sul mercato della Ue di ulteriori 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino, senza il pagamento di dazi, è una decisione che rappresenta un terribile colpo alle economie dei Paesi comunitari produttori di olio come l’Italia”. Lo afferma Michele Boccardi, senatore pugliese di Forza Italia. “I nostri agricoltori e produttori – aggiunge Boccardi – già messi a dura prova da anni di crisi economica, rischiano di ricevere il colpo di grazia direttamente da Bruxelles. È inaccettabile che per sostenere le difficoltà della Tunisia venga messo a repentaglio l’intero settore olivicolo italiano, specie di Regioni a vocazione agricola come la Puglia”.

“L’Europa è nata per distruggere l’economia, il made in Italy ed il made in Friuli” ha aggiunto, segnalando di aver votato “ieri in commissione, a Bruxelles, contro l’arrivo di 35 mila tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia: Il Pd, invece, si è pronunciato a favore. Prima ci rendiamo conto che dobbiamo difendere il made in Italy ed il made in Friuli e meglio è”, sbotta il leader leghista Matteo Salvini.

Sono al fianco degli agricoltori nel chiedere alla Commissione europea di rivedere la politica di scambi commerciali con i Paesi terzi, per una politica giusta che non penalizzi le produzioni agroalimentari europee”. Lo afferma l’europarlamentare Pd e membro della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Michela Giuffrida.  “La sentenza della Corte di giustizia dell’Ue che ha in parte annullato l’accordo commerciale con il Marocco – prosegue l’europarlamentare – è il primo piccolo passo per mettere in discussione un’intera politica di scambi commerciali con i Paesi terzi che troppo spesso è a senso unico. Agrumi, pomodori, olio, sono solo alcune delle produzioni in cui la nostra Regione eccelle e che sono messe in difficoltà dagli accordi con i Paesi del Nord-Africa. “A Bruxelles ancora più che in Italia – conclude Giuffrida – occorre ‘fare sistema’ per tutelare le nostre risorse, consentire all’agricoltura di produrre ricchezza, ai nostri territori di crescere”.

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