Alta tensione nel Pd, M5s addio e stralcio adozioni?

Alta tensione nel Pd, M5s addio e stralcio adozioni?
17 febbraio 2016

di Enzo Marino

C’è un bivio, adesso, davanti al Pd e a Matteo Renzi, la sponda M5s sulle unioni civili si è dimostrata ancora una volta inaffidabile e in casa democratica ora si valuta la strategia per ripartire. Una strategia che prevede un “bivio”, dice un dirigente del partito. “Bisogna capire se si può andare avanti con M5s o no”. I vertici democratici, racconta un importante esponente Pd, sembrano avere deciso: “E’ chiaro che a questo punto serve un’alleanza che faccia a meno di M5s, con loro non si procede”. Ma qui, appunto, si arriva al bivio, ovvero al piano B fin qui escluso da Matteo Renzi: lo stralcio della stepchild adoption. Ufficialmente nessuno ancora lo ammette, la linea è quella di “riflettere”, ma fonti Pd del Senato lasciano pochi dubbi al riguardo: “Lo stralcio è nelle cose, non c’è la maggioranza sulla stepchild. Si tratta solo di capire se tenere il punto e lasciare che sia l’aula a bocciare le adozioni o se trovare una soluzione prima che aggiri il problema…”. Appunto, lo stralcio.

La minoranza Pd già chiarisce che non accetterebbe passi indietro, come spiega Roberto Speranza: “Lo stralcio della stepchild adoption è inaccettabile, il Pd deve andare avanti sulla sua linea. Poi sarà l’aula a votare, il Parlamento è sovrano”. E anche l’autorevole esponente Pd che parla esplicitamente di “trovare una maggioranza alternativa a quella con M5s”, precisa: “Lo stralcio? Non è detto. Vediamo. Si tratta di trovare il maggior numero di voti possibile per approvare la legge, ed è da dimostrare che stralciando la stepchild adoption ai voti aumenterebbero…”. Il dossier, a questo punto, verrà gestito direttamente da Renzi, al suo ritorno dall’Argentina. E, viene spiegato, è probabile che “all’assemblea Pd di domenica il premier-segretario faccia la sua proposta per dire come andare avanti”. Uno scenario che manda su tutte le furie la ‘madre’ del provvedimento, la senatrice, Monica Cirinnà. “Chiudo la mia carriera politica con questo scivolone – chiosa -. Io mi prendo la responsabilità politica di essermi fidata dei 5 Stelle e pagherò sicuramente per questo”. Intanto,  la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha stabilito che il ddl Cirinnà sulle unioni civili tornerà all’esame dell’aula a partire da mercoledì prossmo, 24 febbraio, subito dopo la conversione del ddl milleproroghe.

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