Senato, senza i verdiniani non c’è maggioranza. Romani: Renzi ne tragga conseguenze

Senato, senza i verdiniani non c’è maggioranza. Romani: Renzi ne tragga conseguenze
25 febbraio 2016

Via libera del Senato alle Unioni civili. La maggioranza che sostiene il governo Renzi si ferma a quota 155. Voti che, comunque, da soli sarebbero bastati a votare la fiducia e approvare il ddl sulle unioni civili. Con l’aggiunta di 18 voti dei verdiniani, i voti a favore del maxiemendamento salgono a 173. Il dato ‘politico’ e’ che senza i numeri del gruppo di Verdini la maggioranza politica non ci sarebbe, ovvero non raggiungerebbe quota 161, i voti necessari per avere la maggioranza assoluta al Senato. Scorrendo i tabulati, ai voti della maggioranza sono venuti a mancare 6 voti di Ncd, 3 voti delle Autonomie e 3 voti del Pd. Fonti parlamentari dem, quindi tengono a sottolineare che con questi voti, oggi mancati alla fiducia sul maxiemendamento, la maggioranza sarebbe comunque autosufficiente anche ‘politicamente’, in quanto toccherebbe da sola quota 161, senza l’apporto dei voti di Verdini.

“I voti di Ala sono stati aggiuntivi, e non determinanti”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda. Renzi deve salire al Colle? “Ma no, non c’è alcun bisogno”. Ma per Paolo Romani, presidente del gruppo Forza Italia al Senato, “i numeri dimostrano che il gruppo Ala e’ stato decisivo nel voto di fiducia al governo Renzi sulle unioni civili: e’ la certificazione che la maggioranza e’ cambiata. I voti dei verdiniani, infatti, sostituiscono le defezioni del NCD e del PD su una legge sui diritti civili mai discussa ne’ in commissione ne’ in Aula. Questa trasformazione non puo’ passare sotto silenzio, ci aspettiamo quindi che il Presidente del Consiglio, Renzi, ne tragga le dovute conseguenze e salga al Quirinale per formalizzare con il Presidente della Repubblica, Mattarella, la nuova maggioranza governativa”.

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