Verdini soccorre la maggioranza. FI attacca: Renzi subito al Quirinale

Verdini soccorre la maggioranza. FI attacca: Renzi subito al Quirinale
2 marzo 2016

E’ caos sui numeri dei senatori in aula a palazzo Madama per votare la fiducia posta dal governo al ddl sull’omicidio stradale. La maggioranza va in fibrillazione e chiama in soccorso, con un passo mai registrato prima in un’aula parlamentare, il gruppo dei verdiniani che nonostante avessero annunciato la loro non partecipazione al voto, alla fine, all’ultimo momento si presentano in formazione compatta davanti alla presidenza del Senato e annunciano il loro voto (sia pure di astensione che al Senato equivale a un no alla fiducia), mettendo in salvo, a buon peso, il governo. E’ quanto è successo oggi a Palazzo Madama, dove si è registrato un balletto di numeri, relativo alla presenza di senatori in aula, per garantire il numero legale del voto. Prima dell’inizio della prma chiama, e fino alle prime dichiarazioni della presidenza del Senato, dopo il voto, veniva confermato il dato di 146 come numero legale necessario. Il dato viene calcolato sulla base delle presenze ma anche dei congedi, delle missioni e così via. Ma quanto accduto in aula e confermato da alcuni senatori racconta una storia diversa e di fibrillazione.

“La maggioranza era evidentemente sul filo – racconta il vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri -. Alla fine della prima chiama Verdini si è spostato nell’aula e si è messo al telefono. E’ stato raggiunto dal senatore Pd, Marcucci ed hanno parlato tra di loro per un po’. Poi un’altra telefonata e al termine Verdini ha dato il via a Barani, che per primo si è recato a votare dichiarando l’astensione. C’è stato ancora un momento di incertezza, ma poi alla fine della seconda chiama si sono presentati compatti gli altri verdiniani. Un vero SOS”. Successivamente la conferma da parte della presidenza del Senato: “Ci siamo sbagliati. Il numero di 146 per il numero legale era quello che risultava prima dell’inizio del voto. Poi sono rientrati alcuni senatori in congedo, i numeri vanno rivisti”. Le opposizioni insorgono: “Non si è mai visto che un gruppo dichiari in aula un voto e poi lo disattenda” è la posizione prevalente. “Sarà assolutamente necessario un chiarimento. Porremo la questione domani in aula” annuncia Gasparri. “Politicamente – conclude – il voto di oggi è la plastica conferma che Ala è funzionale alla maggioranza. C’è un negoziato che si spende addirittura in aula”.

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Paolo Romani, presidente del Gruppo Forza Italia al Senato, rincara la dose. “E’ sempre più evidente l’esistenza di una nuova maggioranza che include il gruppo di Verdini ed è ormai inevitabile che il presidente del Consiglio salga al Quirinale e formalizzi al presidente Mattarella il nuovo scenario parlamentare consentendogli di indicare la strada istituzionalmente corretta”. Il senatore forzista ricorda che “alla prima chiama in Senato per la fiducia sul cosiddetto omicidio stradale la maggioranza non raggiungeva il numero legale” ed “è stato necessario che alla seconda chiama il gruppo AL-A corresse in soccorso al governo contravvenendo a quanto affermato pochi minuti prima in dichiarazione di voto”. “Il senatore Falanga, a nome del gruppo verdiniano – ha ricordato il capogruppo Fi- aveva infatti annunciato che non avrebbero partecipato al voto. La dichiarazione di voto esprime infatti il comportamento di un gruppo parlamentare: l’inversione di rotta dei senatori di AL-A è al limite del regolamento e sarebbe stata impossibile in caso di votazione ordinaria con sistema elettronico”.

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