Berlusconi contrattacca e avverte gli alleati: “Senza Forza Italia non si vince”

Berlusconi contrattacca e avverte gli alleati: “Senza Forza Italia non si vince”
25 aprile 2016

Silvio Berlusconi non ci sta. Non ci sta ad essere dipinto come un uomo sul viale del tramonto. Alla guida di un partito, Forza italia, destinato a scomparire col passare dei giorni. Non ci sta e, per questo, prende carta e penna e scrive una lunga lettera a Il Giornale. Una lettera che è un messaggio agli elettori ma, soprattutto, è un messaggio agli alleati (ex?) Giorgia Meloni e Matteo Salvini che proprio oggi, sulle pagine del Corriere della Sera, si scagliano contro la decisione del Cavaliere di continuare a puntare su Guido Bertolaso come candidato sindaco del centrodestra a Roma.
E proprio da qui Berlusconi parte per spiegare cosa gli passa per la testa. “Siamo convinti – scrive -che Guido sia un uomo del fare e possa essere il migliore sindaco per Roma. A noi interessa offrire ai romani, come ai cittadini di ogni città in cui si vota, il miglior sindaco possibile in grado di risolvere i problemi delle singole città, e quelli di Roma sono così gravi da far tremare chiunque. Tutto il resto, gli equilibri del centro-destra, la corsa a una leadership che non è affatto all’ ordine del giorno, l’ obiettivo di battere Renzi, vengono dopo, molto dopo”. A questo punto il leader di Forza italia passa al contrattacco: “Forza Italia non è la destra. Forza Italia è un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le forze politiche del Ppe più o meno in tutt’Europa. Con la destra siamo alleati da 20 anni, abbiamo governato insieme e sono certo che governeremo insieme anche in futuro. Ma il centro-destra ha vinto, è stato la maggioranza in Italia, quando ha saputo parlare con il nostro linguaggio agli italiani che cercano soluzioni e che chiedono la massima professionalità ai politici”.

Tradotto: senza Forza Italia nessuna coalizione può pensare di vincere. Certo, il momento non è semplice, Berlusconi riconosce l’emorragia di voti, ma ha una spiegazione per il fatto che “questi italiani si sono ritirati nell’astensionismo”: “Al leader del centro-destra è stata interdetta l’agibilità politica usando una sentenza più che ingiusta e non gli strumenti della democrazia, il fatto che siamo governati da molti anni da maggioranze parlamentari e da governi diversi da quelli scelti dagli elettori, ma anche non me lo nascondo certo il fatto che, pur avendo ben governato e difeso con efficacia l’Italia di fronte alla peggior crisi economica del dopoguerra, non siamo riusciti a completare quella rivoluzione liberale che era nei nostri progetti dal 1994”. In ogni caso non tutto è perduto: “Non abbiamo affatto smesso di credere nella ‘rivoluzione liberale’”. Per questo, insiste, “non esiste alcun centro-destra possibile senza di noi (se non un’ opposizione di pura testimonianza e senza prospettive), e per vincere dobbiamo ritrovare quei voti moderati che abbiamo smarrito. Questa è la missione di Forza Italia che alcuni commentatori amano definire ‘al tramonto’. Li invito volentieri a partecipare ad una qualsiasi nostra assemblea, ad un incontro di nostri militanti, ad un’iniziativa pubblica di Forza Italia: vedranno una forza tesa a costruire il futuro, con entusiasmo e con impegno, altro che ‘fine corsa’”.

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Nell’intervista pubblicata oggi dal Corriere la Meloni afferma che a Roma “è stata fatta la scelta che aiuta Renzi”, il quale “teme moltissimo una sconfitta a Roma, roccaforte tradizionale della sinistra, e per questo cerca in tutti i modi di spostare l’attenzione dalle Amministrative concentrandola sul referendum istituzionale. Se Berlusconi dovesse aver bisogno di un favore oggi da Renzi, quello che il premier gli chiederebbe in cambio è proprio evitargli la sconfitta a Roma”. Per la leader di FdI “è inevitabile che la scelta di FI abbia conseguenze politiche: il centrodestra che conoscevamo non esiste più. Resta ovviamente lo spazio politico per gli elettori di un centrodestra nuovo che andrà ricostruito, a partire da ora”. “Non essendoci più un vincolo di coalizione, appoggeremo solo i candidati che ci convincono: Parisi a Milano lo è, Osvaldo Napoli a Torino no”, evidenzia Meloni, che dice “basta con queste due destre per cui noi siamo i cattivi e poi ci sono i ‘moderati’. Quelli come Alfano che plaudono alla scelta di Berlusconi e poi governano con la sinistra sono inciucisti, non moderati. Noi non ci faremo rinchiudere nel ghetto, la mia coalizione a Roma sarà ampia ma ha un confine: no a chi ha tradito la volontà degli elettori”. Parlando di Silvio Berlusconi spiega, “sono rimasta male: per lui, è stato più facile sostenere il governo Letta che un alleato da sempre come me”, dichiara Meloni. “Temo abbia cattivi consiglieri che lavorano per isolarlo, e che non stanno facendo il bene del centrodestra. Il tema della leadership – aggiunge – è di là da venire, ed evidentemente non è in cima ai miei pensieri se mi candido per governare Roma e le Politiche si terranno tra uno o due anni”. Red. Pol.

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