Teste al Ruy ter: proposero soldi a Imane Fadil per tacere

Teste al Ruy ter: proposero soldi a Imane Fadil per tacere
Imane Fadil
3 febbraio 2020

“Una sera Imane Fadil venne avvicinata da una ragazza nella discoteca dove lavorava. Le fu detto che avrebbe ricevuto dei soldi per dire la verità sulle serate di Arcore. Non era una vera e propria offerta ma le venne precisato che c’era la possibilità di ricevere fino a 500 mila euro”. E’ emerso dalla testimoninanza resa questa da un consulente immobiliare nel processo Ruby ter che vede sul banco degli imputati Silvio Berlusconi e altre 28 persone (tra cui molte delle cosiddette “olgettine” e altri ospiti delle serate di Villa San Martino) che secondo i pm di Milano sarebbero stati corrotte dall’ex premier per rendere testimonianze false o reticenti nel ciclo di processi sul sex gate di Arcore.

L’uomo, amico di Imane Fadil, ha parlato in aula di un altro tentativo di abboccamento della 35enne marocchina che, prima di essere stroncata nel marzo scorso da un’aplasia midollare, aveva rivelato ai pm milanesi tutti i retroscena delle serate del bunga bunga di Arcore: “Imane mi raccontò di essere stata avvicinata in un bar vicino al Tribunale da due ragazze che le proposero dei soldi per il suo silenzio. La cifra non la ricordo. So solo che Imane doveva nascondere tutto ciò che aveva visto alle feste di Arcore. Ma lei mi disse che aveva intenzione di andare avanti per la sua strada e di dire tutta la verità di ciò che sapeva. Anche dopo l’avvio dei processi sul caso Ruby, mi precisò che lei aveva sempre detto tutta la verità e che quasi nessun’altra delle altre ragazze ascoltate come testimoni aveva detto il vero”. Una situazione di sostanziale isolamento che metteva in apprensione Imane Fadil: “Non era serena, assolutamente no. Si sentiva dentro qualcosa molto più grande di lei”.

Il testimone ha poi raccontato delle confidenze che l’amica gli fece sui festini di Arcore: “C’erano tante ragazze, c’erano balletti come danza del ventre e strip tease. Imane mi racconto che alcune ragazze si fermavano lì a dormire e mi parlò di rapporti sessuali con Berlusconi, ma non ricordo i nomi. Erano tutte ragazze che aveva necessità di lavorare e perciò andavano a queste feste per essere pagate per essere presenti e per essere sempre disponibili. In pratica, ricevevano denaro in cambio della frequentazione che potevano avere con Berlusconi”. Soldi, ma non solo: “Imane mi disse che alcune avevano ricevuto ricompense diverse: per lo più macchine e appartamenti, ma c’era anche qualcuna che si faceva pagare gli studi universitari”.

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