Svolta antitrust contro Apple: via libera al risarcimento da 1,7 miliardi di euro

Oltre 20 milioni di utenti nel Regno Unito potranno beneficiare della decisione che accusa la società di Cupertino di aver soffocato la concorrenza con il suo store di applicazioni.

apple

Un tribunale britannico ha inflitto ad Apple un colpo storico da 1,7 miliardi di euro. Il gigante di Cupertino è stato giudicato colpevole di pratiche monopolistiche per l’App Store, dando il via libera a un’azione legale collettiva che potrebbe costarle fino a 1,7 miliardi di euro, per l’appunto. La sentenza, un precedente senza uguali nel Regno Unito, accende la miccia di uno scontro sempre più aspro tra i colossi del tech e le autorità antitrust.

Il Competition Appeal Tribunal (CAT) ha stabilito che il gigante di Cupertino ha “abusato della sua posizione dominante”, strozzando la concorrenza nel mercato della distribuzione di app e nei servizi di pagamento. Il verdetto, emesso a favore di circa 20 milioni di utenti britannici di iPhone e iPad, bolla come “eccessive e inique” le commissioni imposte da Apple, aprendo la stagione dei risarcimenti.

Una vittoria legale dagli strascici miliardari

Il caso, il primo maxi-processo collettivo contro una Big Tech a giudizio nel Regno Unito, si è focalizzato sul periodo compreso tra la fine del 2015 e la fine del 2024. La corte ha riconosciuto che agli sviluppatori è stata applicata una tariffa sproporzionata, calcolando un danno pari alla differenza tra una soglia equa del 17.5% e il tasso effettivo – stimato attorno al 30% – imposto dalla società. Un sovrapprezzo che, secondo i giudici, è stato in larga parte scaricato sulle spalle dei consumatori finali.

Apple, che durante le sette settimane di processo aveva respinto le accuse definendole “infondate”, ha replicato alla sentenza annunciando immediato ricorso. La compagnia ha ribadito la propria linea difensiva, sottolineando come l’85% delle app sullo store sia gratuito e che le sue tariffe siano “in linea con quelle del settore”, in un mercato caratterizzato da una “concorrenza feroce”.

Il fronte regolatorio si allarga

La condanna arriva in un momento di tensioni crescenti con i regulator britannici. Pochi giorni prima del verdetto, l’Autorità per la Concorrenza e i Mercati (CMA) aveva formalmente designato Apple – insieme a Google – come soggetto con “status strategico” per gli ecosistemi digitali. Una mossa che prelude a interventi più incisivi per costringere le piattaforme ad aprirsi e a garantire maggiore trasparenza.

In un documento reso pubblico nelle scorse settimane, la stessa Apple aveva lanciato un duro monito al governo di Londra, avvertendo che l’adozione di “norme in stile Ue” rischia di minare privacy e sicurezza, ritardare l’arrivo di nuove funzionalità – come alcune di Apple Intelligence – e frammentare l’esperienza d’uso. Una posizione che, dopo la sentenza del CAT, rischia di irrigidirsi ulteriormente.

Un precedente destinato a fare scuola

Oltre alla questione risarcitoria, la cui quantificazione definitiva sarà decisa in un’udienza il prossimo mese, la sentenza rappresenta un precedente giuridico di portata epocale. Il verdetto potrebbe innescare un effetto domino, influenzando i numerosi ricorsi analoghi già pendenti e accelerando la spinta globale per un ridimensionamento del potere delle grandi piattaforme. La battaglia legale sull’App Store non è più solo una questione di costi, ma un banco di prova per il futuro della concorrenza digitale.