Guerra interna al Pd, i moderati sfidano Schlein: “Così vince la destra”
L’assemblea milanese dei riformisti attacca la strategia della segretaria. Guerini, Gori e Picierno chiedono un centrosinistra programmatico per battere Meloni.
Elly Schlein
A Milano, i riformisti del Partito Democratico tornano in campo per “riprendere la parola” e riaffermare la vocazione di governo del partito. L’iniziativa “Crescere”, guidata da Lia Quartapelle e sostenuta da figure come Lorenzo Guerini, Pina Picierno e Giorgio Gori, segna la prima, decisa reazione interna alla linea politica della segretaria Elly Schlein.
“Il Pd sta perdendo l’ambizione di risolvere i problemi reali delle persone”, ha detto Lia Quartapelle aprendo i lavori dei riformisti democratici. L’evento, tenutosi sabato a Milano, ha riunito le anime moderate e pragmatiche del partito, preoccupate per la direzione impressa dalla segreteria Schlein.
La deputata milanese ha denunciato la tendenza a “elencare le cose che non vanno” senza proporre soluzioni concrete, sottolineando la necessità di tornare a parlare agli elettori riformisti e moderati. “Se continuiamo così, temo che la destra possa vincere ancora”, ha avvertito.
Al suo fianco, una folta rappresentanza del gruppo riformista: da Guerini a Gori, da Picierno a Delrio, fino a Marianna Madia, Paola De Micheli e Simona Malpezzi. Un fronte compatto che, pur dichiarando lealtà alla leadership di Schlein, chiede con forza un cambio di passo.
Un Pd che rischia di smarrire la sua ambizione di governo
A sostenere la corrente anche Piero Fassino, voce storica del Pd, che ha denunciato la mancanza di un profilo di governo chiaro nell’opposizione al governo Meloni. “Oggi non siamo percepiti come un’alternativa credibile, e questo consente alla destra di galleggiare nell’immobilismo”, ha affermato.
Il suo intervento ha dato il tono politico della giornata: rilanciare una proposta che unisca crescita, equità sociale, lavoro di qualità, innovazione e futuro. Temi che, secondo Fassino, devono tornare a essere centrali nell’identità del partito.
Sandra Zampa, portando i saluti di Romano Prodi, ha ricordato l’eredità del centrosinistra riformista, invitando a non disperdere il patrimonio politico costruito in decenni di governo e mediazione.
Fassino: “Serve un’alternativa di governo credibile”
Lorenzo Guerini, già ministro della Difesa e figura di riferimento della corrente, ha chiarito i confini della battaglia interna: “La discussione non è divisione. Il confronto non è una spaccatura. L’alternativa al partito che discute è il partito del leader unico, che nasce e muore con il suo leader”.
Guerini ha insistito sulla necessità di mantenere il Pd come “perno centrale della coalizione”, un partito “responsabile” e “di governo”. Ha inoltre ribadito che la leadership di Schlein non è in discussione, ma va accompagnata da una riflessione profonda sul ruolo politico del partito.
Da Roma, la segretaria ha accolto il dibattito con prudenza: “Benissimo la discussione interna, ma ora concentriamoci sulla manovra e sulle campagne regionali”, ha risposto Schlein, cercando di ridimensionare il fronte interno senza spegnerne il fermento.
Guerini: “Non c’è spaccatura, ma confronto”
Giorgio Gori ha sintetizzato lo spirito dell’iniziativa con una formula chiara: “Il riformismo è di casa nel Pd, non può essere esternalizzato a partitini nati in laboratorio”. L’obiettivo dei riformisti è rilanciare un progetto che parli “a tutta l’Italia”, con il Pd al centro di una coalizione ampia, ma solida nei contenuti.
La sfida passa anche dai rapporti con il Movimento 5 Stelle. “Nessuna ambiguità sull’Ucraina e scelte chiare sull’Europa”, ha scandito Guerini, invitando a un dialogo pragmatico con Giuseppe Conte. Graziano Delrio ha confermato l’intesa di principio: “Alleati solo se i programmi coincidono. Su questo la penso come Conte”.
“Riprendere la parola” per costruire un nuovo centrosinistra
La parola “congresso” non è ancora un tabù, anche se solo Pina Picierno l’ha pronunciata apertamente: “Non abbiamo paura di discutere e di confrontarci. Vogliamo un Pd libero, forte e riformista”.
La maggioranza schleiniana prepara per fine novembre un proprio appuntamento a Montepulciano, ma i riformisti si dicono già pronti a misurarsi anche su quel terreno, se il calendario congressuale dovesse cambiare.
“Il confronto rafforza il Pd e l’alternativa alla destra”, ha concluso Guerini, rivendicando il diritto di rappresentare un’area che non intende restare silenziosa. La corrente riformista, insomma, non punta alla scissione, ma alla riconquista dell’anima di governo del partito.
