Musk lancia Grokipedia, l’enciclopedia AI che sfida Wikipedia
La piattaforma conta già 885.000 voci generate dall’intelligenza artificiale e non permette modifiche dirette da parte degli utenti.
Elon Musk
Elon Musk sfida Wikipedia con una nuova enciclopedia gestita interamente dall’intelligenza artificiale. Si chiama Grokipedia, conta già 885.000 voci nella versione iniziale 0.1 e promette una prospettiva diversa rispetto alla celebre piattaforma collaborativa, accusata dal magnate e dai repubblicani americani di essere controllata da “attivisti di estrema sinistra”. Il progetto, sviluppato dalla startup xAI di Musk, è stato presentato lunedì sulla piattaforma X come “estremamente importante per la civiltà” e un passo fondamentale verso la “comprensione dell’Universo”.
La nuova enciclopedia digitale si distingue radicalmente dal modello Wikipedia. Mentre quest’ultima si basa su un sistema collaborativo in cui milioni di volontari scrivono e modificano liberamente i contenuti, Grokipedia affida tutto al chatbot Grok, l’assistente di intelligenza artificiale generativa sviluppato da xAI. Gli utenti non possono intervenire direttamente sulle pagine: l’unica opzione disponibile è suggerire modifiche attraverso un modulo pop-up, lasciando alla macchina la decisione finale. Ogni voce cita diverse fonti, ma non presenta autori umani visibili.
Il contenuto viene “verificato” esclusivamente dall’AI, un approccio che segna una cesura netta con la filosofia partecipativa che ha reso celebre Wikipedia negli ultimi vent’anni. L’idea di creare un’alternativa conservatrice a Wikipedia viene da David Sacks, investitore tecnologico e figura di spicco nell’amministrazione Trump per l’intelligenza artificiale e le criptovalute. Musk ha raccolto il suggerimento e ha fatto della battaglia contro la “parzialità ideologica” di Wikipedia una delle sue recenti crociate mediatiche. Nel 2024, il miliardario aveva esortato pubblicamente a non donare più alla piattaforma, sostenendo che fosse nelle mani dell’estrema sinistra. Una settimana prima del lancio ufficiale, Musk aveva annunciato un rinvio per consentire “un lavoro supplementare per eliminare la propaganda”, dimostrando quanto il progetto sia parte di una più ampia strategia culturale e politica.
Una prospettiva dichiaratamente diversa dai media tradizionali
Le prime analisi dei contenuti pubblicati su Grokipedia rivelano un orientamento evidente nelle scelte narrative. La pagina dedicata allo stesso Elon Musk sottolinea come l’imprenditore abbia “influenzato il dibattito” su diversi temi, attribuendo le critiche ricevute a “media tradizionali che mostrano tendenze di sinistra nella loro copertura”. Un’impostazione che presenta il soggetto come vittima di pregiudizi ideologici, più che come figura controversa oggetto di legittimo scrutinio giornalistico. Ancora più significativo è il trattamento riservato al movimento Black Lives Matter.
Grokipedia riconosce che l’organizzazione ha “mobilitato milioni di persone”, ma subito dopo enfatizza che le manifestazioni “hanno provocato rivolte, le più costose nella storia delle assicurazioni per danni alla proprietà”. Manca invece ogni riferimento al fatto che, come riporta Wikipedia citando fonti verificabili, la stragrande maggioranza delle proteste del 2020 si è svolta in modo pacifico. La scelta di omettere questo dettaglio cruciale e di privilegiare l’aspetto economico dei danni suggerisce una narrazione parziale, proprio ciò che Musk rimprovera alla piattaforma rivale. Il divario numerico tra le due enciclopedie resta ancora enorme.
Wikipedia conta 7,1 milioni di articoli nella sola versione inglese, costruiti in oltre vent’anni di lavoro collettivo e finanziati principalmente attraverso donazioni. Grokipedia, partita con circa 885.000 voci, punta a crescere rapidamente. Musk ha già annunciato su X l’arrivo imminente di una versione 1.0, che dovrebbe essere “dieci volte migliore” dell’attuale e comunque superiore a Wikipedia. Creata nel 2001, l’enciclopedia collaborativa rivendica da sempre una “visione neutrale” nei contenuti, pur essendo stata ripetutamente accusata, da destra come da sinistra, di bias ideologici. La sfida lanciata da Musk pone interrogativi profondi sul futuro dell’informazione online: può un’intelligenza artificiale garantire neutralità? E soprattutto, chi controlla l’AI che controlla la conoscenza?
