A settembre, scuola rischia di non riaprire

A settembre, scuola rischia di non riaprire
Lucia Azzolina
2 giugno 2020

“Il Governo ha il dovere di ascoltare la protesta dei presidi contro il rischio che la scuola a settembre non riapra per migliaia di ragazzi. Le indicazioni del comitato tecnico scientifico, come si è capito da subito, sono irrealizzabili per una buona parte delle scuole italiane. Diventino raccomandazioni, indichino modelli verso cui indirizzarsi, ma non siano recepite come criteri esclusivi, altrimenti a settembre si rischia il disastro sociale”. Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, componente della commissione Cultura della Camera.

“Distribuire alle scuole – prosegue Anzaldi – una media di 38mila euro ciascuna, come sta facendo il Ministero, dando una lunga serie di compiti definiti cui i presidi dovrebbero adempiere trovando autonomamente soluzioni con risorse così limitate (acquistare il materiale per la sanificazione e i termoscanner, identificare aree verdi e attrezzarle, risistemare gli spazi esterni, smaltire i rifiuti, anche quelli speciali, far partire gli appalti per l’edilizia interna, cambiare gli arredi e acquistare o noleggiare tablet e hardware) significa rischiare di bloccare tutto e aprire la strada a contenziosi legali”.

“Pensare di dimezzare la presenza degli alunni nelle classi, quando a 3 mesi dall`inizio della scuola ancora non c`è neanche un cantiere aperto per realizzare eventuali nuovi istituti, in gran parte delle scuole è utopia. Matteo Renzi aveva chiesto di partire subito con i lavori, ad aprile, ma invece di essere ascoltato è stato da molti attaccato. Ora rischia di essere tardi. I danni maggiori potrebbero subirli i bambini delle scuole materne, dove il comitato chiede un distanziamento ancora maggiore, con il rischio che molti bambini tra i 3 e i 6 anni restino senza scuola e senza socialità. I tecnici hanno dato il loro parere, ora spetta alla politica e al Governo decidere tenendo conto di tutti i fattori”.

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