Abusivismo, ddl Falanga alla Camera per rush finale. Ma il provvedimento rischia la ‘demolizione’

Abusivismo, ddl Falanga alla Camera per rush finale. Ma il provvedimento rischia la ‘demolizione’
Il senatore Ala, Ciro Falanga
2 ottobre 2017

Si terra’ domani, alle 14.30, una nuova riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La convocazione, secondo quanto si apprende, e’ per un generico “comunicazioni della presidente Boldrini”. Ma fonti della maggioranza riferiscono che al centro della riunione ci sara’ l’iter del ddl Falanga sull’abusivismo, di cui oggi si e’ svolta in Aula la discussione generale e che da calendario domani e dopodomani sara’ all’esame dell’Assemblea con l’avvio delle votazioni sugli emendamenti. Ma il Pd e’ intenzionato a rinviarne sine die il voto finale, dopo le aspre polemiche che il provvedimento ha suscitato. Dunque, domani in capigruppo – viene confermato da fonti parlamentari – la maggioranza chiedera’ un rinvio per un “supplemento di riflessione” sul ddl e, quindi, che il provvedimento sia tolto dall’ordine del giorno dei lavori dell’Aula. Come dire, disegno di legge affossato. Dopo quasi quattro anni e mezzo, nei prossimi giorni il provvedimento sull’abusivismo potrebbe incassare il via libera definitivo da parte di Montecitorio. Ma il condizionale e’ d’obbligo, visto che sul testo a prima firma dell’ex azzurro, ora verdiniano, Ciro Falanga pesano le forti critiche del mondo ambientalista, dell’area di sinistra e di una larga fetta del Pd, a cominciare dal presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci. E se l’aria che tira è quella già descritta, la Camera scriverà fine sul ddl Falanga, almeno per questa legislatura. Secondo alcune fonti parlamentari del Pd, infatti, l’escamotage a cui la maggioranza dovrebbe ricorrere per bloccare il provvedimento sull’abusivismo e fare in modo che il ddl Falanga non arrivi mai al voto finale e’ la richiesta di una sorta di “pausa di riflessione”.

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In sostanza, domani dovrebbe prendere la parola in Aula un esponente della maggioranza – ad esempio potrebbe essere il relatore Marco Di Lello (Pd) o il presidente della commissione competente – e chiedere che il ddl torni in commissione o che venga tolto dal calendario dei lavori dell’Assemblea, perche’ si e’ reso necessario un “supplemento di riflessione”. Una volta ottenuta la ‘pausa’, il testo verrebbe accantonato definitivamente. Il provvedimento, giunto alla quarta lettura, non ha avuto vita facile: l’iter e’ iniziato al Senato nel giugno del 2013. Il testo e’ stato piu’ volte modificato nei vari passaggi parlamentari, fino alle ultime correzioni apportate durante l’esame al Senato – lo scorso maggio – dove emersero anche problemi di copertura economica. Ma e’ con il terremoto che ha colpito Ischia a fine estate che e’ riesplosa la polemica sull’abusivismo edilizio e sull’opportunita’ di approvare una legge che, a dire di Mdp e Sinistra italiana, rappresenterebbe “un condono permanente”, “un regalo alla criminalita’ e all’illegalita’”. Gia’ nei giorni precedenti il sisma, il tema era tornato a surriscaldare gli animi a seguito del cosiddetto “abusivismo di necessita’”, espressione usata da Giancarlo Cancelleri, candidato governatore della Sicilia per il Movimento 5 Stelle, e difesa da Luigi Di Maio (“cio’ che la magistratura dice di abbattere, si butta giu’. Ma Giancarlo ha anche detto che non puoi voltare le spalle a quei cittadini che oggi si ritrovano con una casa abusiva a causa di una politica che per anni non ha fatto il suo dovere”, sono state le parole del candidato premier pentastellato).

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Sulla carta il provvedimento ha i numeri per essere approvato in via definitiva. Hanno infatti votato a favore le scorse volte il Pd, Forza Italia e Ala-Scelta civica. Ma sono proprio le pesanti critiche che arrivano da tutto il mondo ambientalista, e i malumori interni ai dem, a far temporeggiare i democratici. Una linea ‘attendista’ che potrebbe sfociare anche in un “accantonamento” del provvedimento – viene spiegato da fonti dem – per poi parcheggiarlo definitivamente su un binario morto. Secondo i malpancisti Pd, infatti, dietro ai dubbi sulla opportunita’ di approvare la legge Falanga ci sarebbero sia “motivi elettorali”, in vista dell’imminente campagna per le politiche e ancor prima delle regionali in Sicilia, ma anche e soprattutto una questione di pallottoliere al Senato. Non bisogna dimenticare, infatti, che si avvicina il voto a palazzo Madama – mercoledi’ prossimo – sulla Nota di aggiornamento al Def, dove e’ richiesta la maggioranza assoluta. E poi c’e’ la legge di Bilancio. Due provvedimenti per i quali e’ indispensabile, sempre al Senato, il voto favorevole di Mdp. Ma Articolo 1 e’ nettamente contrario al ddl Falanga. Insomma, la legge sull’abusivismo potrebbe essere sacrificata sull’altare della tenuta della maggioranza e in un’ottica di “male minore”. L’escamotage su cui si sta riflettendo nella maggioranza, viene ancora spiegato, e’ di intervenire nuovamente con delle modifiche al testo durante l’esame del provvedimento alla Camera (da domani inizieranno in Aula le votazioni sugli emendamenti) per poi rinviare il testo al Senato e li’ decretarne la fine.

COSA PREVEDE LA NORMA

Le costruzioni abusive non sono tutte uguali. Esiste una sorta di classifica, di graduatoria che indica quelle da demolire subito e quelle che, invece, possono aspettare. A introdurre i nuovi criteri e’ la proposta di legge ‘Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi’, a prima firma Ciro Falanga (senatore verdiniano, ex Forza Italia). Il testo, giunto alla quarta lettura, ha iniziato oggi il suo iter alla Camera, dove si e’ svolta la discussione generale. Da domani inizieranno le votazioni sugli emendamenti. Ma il clima politico non e’ dei piu’ favorevoli, tanto che il provvedimento potrebbe arenarsi a Montecitorio e non arrivare mai al via libera definitivo. Il Pd ci sta riflettendo, e prende tempo: “vedremo nei prossimi giorni”, spiega il capogruppo Ettore Rosato. Questi i pilastri del ddl che introduce norme volte a razionalizzare le procedure di esecuzione delle demolizioni di manufatti abusivi.

DOPPIO BINARIO COMPETENZE: il testo del ddl conferma l’attuale sistema a doppio binario che, per la fase dell’esecuzione delle demolizioni, riconosce la competenza all’autorita’ giudiziaria, in presenza della condanna definitiva del giudice penale per i reati di abusivismo edilizio, ove la demolizione non sia stata ancora eseguita; e alle autorita’ amministrative (Comuni, Regioni e Prefetture), che procedono con le forme del procedimento amministrativo.

PRIORITA’ AUTORITA’ GIUDIZIARIA: il testo attribuisce al procuratore della Repubblica il compito di determinare i criteri di priorita’ per l’esecuzione degli ordini di demolizione delle opere abusive e degli ordini di rimessione in pristino dello stato dei luoghi. Nell’ambito di ciascuna delle tipologie di immobili la priorita’ deve essere attribuita – di regola – agli immobili in corso di costruzione o comunque non ancora ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e agli immobili non stabilmente abitati. Nella determinazione dei criteri di priorita’, il Pm dovra’ dare adeguata considerazione: agli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico artistico; agli immobili che per qualunque motivo rappresentano un pericolo per la pubblica o privata incolumita’, nell’ambito del necessario coordinamento con le autorita’ amministrative preposte; agli immobili nella disponibilita’ di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di soggetti colpiti da misure prevenzione antimafia.

PRIORITA’ AUTORITA’ AMMINISTRATIVA: annualmente, entro il mese di dicembre, il responsabile dell’ufficio comunale deve trasmettere al prefetto, ma anche alle altre amministrazioni statali e regionali preposte alla tutela del vincolo di inedificabilita’, l’elenco delle opere non sanabili. Nel precisare che deve trattarsi delle opere per le quali il responsabile dell’abuso non ha provveduto alla demolizione e al ripristino, la norma aggiunge che deve essere anche scaduto il termine di 270 giorni entro il quale il comune e’ tenuto a concludere la demolizione. Il testo conferma poi la normativa vigente per quanto riguarda il ruolo centrale del prefetto nella procedura di demolizione delle opere abusive, sulla base dell’elenco che (entro il 31 dicembre) le amministrazioni statali e regionali trasmettono allo stesso prefetto; il prefetto puo’ avvalersi di imprese private o di strutture operative del ministero della Difesa per eseguire la demolizione, anche nei casi in cui sia il comune a procedere alla demolizione.

FONDO DI ROTAZIONE: il ddl istituisce presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un fondo di rotazione, con una dotazione complessiva di 40 milioni di euro per il quadriennio 2017-2020 (dieci milioni di euro per ciascun anno), finalizzato all’erogazione di finanziamenti ai comuni per integrare le risorse necessarie per le opere di demolizione.

BANCA DATI NAZIONALE: entro 180 giorni dalla entrata in vigore della legge, viene istituita presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio. Della banca dati possono avvalersi le amministrazioni statali, regionali e comunali, nonche’ gli uffici giudiziari competenti. Gli oneri derivanti dalla costituzione della banca dati sono quantificati in 3 mln di euro per il 2017.

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