Afghanistan, prima donna top gun di Kabul chiede asilo negli Usa. Ministro afgano: “E’ una vergogna, doveva essere un modello”

Afghanistan, prima donna top gun di Kabul chiede asilo negli Usa. Ministro afgano: “E’ una vergogna, doveva essere un modello”
4 gennaio 2017

Da simbolo del riscatto femminile in Afghanistan all’accusa di aver tradito il proprio Paese e le altre donne. Questa la sorte di Niloofar Rahmani, 25 anni, prima pilota afghana di aerei da guerra che dopo 15 mesi di addestramento negli Stati Uniti, al momento di tornare a Kabul, ha invece chiesto asilo all’America per il timore di subire rappresaglie una volta tornata a casa, dopo le tante minacce di morte che ha ricevuto. La notizia ha scatenato aspre polemiche da parte del governo in Afghanistan dove dal regime oscurantista dei talebani all’attuale esecutivo la situazione delle donne e’ migliorata ma non certo arrivando a standard occidentali.

“Doveva essere un modello per le altre giovani donne afghane ma invece ha tradito il suo Paese. E’ una vergogna” ha sostenuto il portavoce del ministero della Difesa, Mohammad Radmanesh ricordando come “Rahmani fosse divenuta un simbolo di speranza per milioni di donne afghane quando nel 2013 si diplomò prima donna pilota di aerei da guerra dalla fine dei Talebani (il cui regime in realtà e’ finito sin dal 2001, ossia oltre 15 anni fa, ndr). Lo scorso anno ha anche vinto il premio del dipartimento di Stato Usa ‘Donna di Coraggio'”. Ma con la fama sono anche arrivate le minacce di morte dai non pochi ancora fedeli agli ex studenti coranici ed anche contestazioni dai suoi colleghi top gun maschi.

Leggi anche:
Accordo Russia-Ucraina: 48 bambini sfollati per la guerra tornano a casa

Lo scorso anno Rahmani aveva raccontato che girava sempre con una pistola per proteggersi e che non usciva mai in pubblico in uniforme per non attirare l’attenzione La sua legittima scelta ha anche messo in imbarazzo tutte le forze Nato ancora presenti nel paese, a partire da quelle Usa perche’ l’Alleanza sostiene – ricorrendo secondo molti ad abbondantissime dosi di ottimismo – nella ‘sua’ versione della realta’ afghana che “le forze di sicurezza hanno registrato significativi progressi nel 2016 e ci aspettiamo un 2017 ancora migliore”. Cosa che non ha convinto tutti i giovani afghani, che pensano, a scappare dal Paese. Non ha certo contribuito a rassicurarli la notizia di un altro simbolo di violenza e impunita’ tornato in liberta: sui social media sono apparse le foto del signore della guerra Faryadi Sarwar Zardad mentre si rilassa in un bagno turco pubblico perche’ espulso dalla Gran Bretagna all’inizio di dicembre con un inatteso sconto di pena.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti