Al vaglio tre proposte, nel Pd è corsa alla riforma dell’Italicum. Ma Renzi per ora osserva

Al vaglio tre proposte, nel Pd è corsa alla riforma dell’Italicum. Ma Renzi per ora osserva
20 luglio 2016

di Giuseppe Novelli

renzi260Sono già tre le proposte di riforma dell’Italicum, e per ora arrivano tutte dal Pd. Da quando Matteo Renzi (foto) ha fatto capire che il tema non è più tabù le idee al riguardo si moltiplicano e ora è la volta del ‘Mattarellum 2.0’ messo sul tavolo dai bersaniani e del ‘modello greco’ rilaciato da Matteo Orfini. Ipotesi che si aggiungono a quella di ripristinare il premio di coalizione, vagheggiata da Dario Franceschini nelle scorse settimane. In fondo, raccontano, è ciò che voleva Renzi: riaprire la discussione sulla legge elettorale per far calare la tensione sul referendum, rimandando però tutto a dopo l’estate e, probabilmente, a dopo il voto sulla riforma della Costituzione. Di sicuro, anche Roberto Speranza e gli altri bersaniani non lanciano ultimatum in vista del referendum. Certo, dice l’ex capogruppo, “il Pd non deve giocare a nascondino”, deve “prendere l’iniziativa prima del referendum”, perché altrimenti sarebbe fin troppo chiaro l’intento di attuare una manovra diversiva per sviare l’attenzione dal voto sulla riforma. Non basta, insiste Speranza, dire che “il Parlamento può migliorare l’Italicum”, bisogna attivarsi perché un accordo si trovi davvero.

Al tempo stesso, però, “nessun aut-aut, non vogliamo fare minacce, non è lo spirito della nostra iniziativa”. Nel merito, peraltro, il ‘Mattarellum 2.0’ produce una distorsione della rappresentanza persino superiore a quella dell’Italicum, dal momento che chi vince grazie al premio può arrivare fino a 350 seggi, mentre al massimo sono 340 nella legge voluta da Renzi. Soprattutto, il premio dell’Italicum è assegnato a liste votate col proporzionale, mentre il sistema dei collegi uninominali comporta di per sé già una sorta di ‘premio implicito’ non quantificabile ma che può essere anche consistente. Orfini, dal canto suo, rilancia con il sistema greco, che prevede un sistema proporzionale e un premio fisso da attribuire alla lista più votata. Un meccanismo che non garantisce la formazione di una maggioranza, dal momento che il premio non varia: se si decide per un bonus del 12%, per esempio, bisogna arrivare almeno al 36-37% per poter essere autosufficienti in Parlamento.

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Emblematico il commento del renziano Andrea Marcucci: “Il Mattarellum 2.0 è comunque un contributo alla discussione parlamentare”, ma tra “premio alla coalizione, Mattarellum 2.0, modello greco c’è una fioritura di nuove proposte elettorali. La domanda però resta la stessa: con quale maggioranza si modifica una legge vigente?”. Come spiega un autorevole dirigente Pd: “Da noi c’è interesse al confronto, discuteremo. Sono proposte utili, ma bisognerà vedere se ci saranno i numeri per approvare una riforma. Tanti vogliono cambiare l’Italicum, ma poi bisogna essere d’accordo anche su come cambiarlo. E noi adesso abbiamo un’altra priorità: il referendum”. Come dire: utile che si discuta di legge elettorale, per svelenire il clima. Ma passare dalle parole ai fatti è un altro discorso, che verrà affrontato solo più in là. Anche perché Fi e M5s, per esempio, hanno detto di non voler fare niente fino al referendum e non pare probabile che, dopo aver votato l’Italicum con la fiducia, il governo approvi con lo stesso sistema anche la riforma della riforma. (foto home, D’Alema-Orfini)

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