Alfano, nuova fase parte con nuovo soggetto politico. Ap si ricompatta (per ora)

Alfano, nuova fase parte con nuovo soggetto politico. Ap si ricompatta (per ora)
14 luglio 2016

di Giuseppe Novelli

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Formigoni

“Adesso e’ il momento di decidere come chiudere una fase per aprirne un’altra. Dobbiamo dare un segno di unita’ per essere attrattivi e per non respingere, con segnali poco edificanti, chi ha attenzione nei nostri riguardi e ha gia’ dato la disponibilita’ a costruire insieme un nuovo soggetto politico. Perche’ e’ proprio dalla costruzione di un nuovo soggetto politico che parte la fase nuova”. Parla Angelino Alfano durante la riunione al Senato con il gruppo di Ap dove regnano sempre più ‘dissidenti’. “Voglio costruire, in questa fase, insieme a chi ci stara’, una barca forte per andare dove potremo esprimere al meglio i nostri valori, i nostri ideali, i nostri programmi”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. Ai senatori Alfano ha tracciato la road map che intende seguire, “una rotta politica che da’ continuita’ alla nostra scelta di portare avanti l’Italia in grande solitudine e con coraggio al di fuori dal bipolarismo. Perche’ dobbiamo ricordarlo con orgoglio: noi siamo stati protagonisti di una stagione dell’Italia e adesso vogliamo darci una prospettiva per il futuro”. Dunque, rientra (almeno per ora) la fronda all’interno di Area popolare. Dopo le fibrillazioni dei giorni scorsi, quando nella maggioranza era scattato l’allarme per eventuali ‘agguati’ sul ddl sull’equilibrio dei bilanci degli enti locali, ieri la maggioranza e Ap al Senato hanno votato compatti sul provvedimento, passato con 184 sì (167 della sola maggioranza “pura”, 6 voti sopra la soglia dei 161).

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Un via libera sottolineato dal presidente dei senatori Renato Schifani: “Da Ap ci sono stati 29 voti a favore su 31, con due assenti ampiamente giustificati. Se questi sono i numeri di un agguato…”.  Se il gruppo si è allineato alla linea della maggioranza, restano però, all’interno dello schieramento, le critiche di alcuni “dissidenti” alla linea politica di Angelino Alfano. “Senza di noi il governo non ha la maggioranza, con noi può prescindere da tutti gli altri”, ha detto arrivando all’assemblea e sottolineando che “tutti i bluffatori sono stati smentiti dal gioco pubblico di oggi”. Dunque, avanti con il sostegno all’esecutivo fino al referendum, poi si farà il punto. “Abbiamo fatto delle riforme, altre ne faremo, credo che siamo stati dalla parte giusta. Poi abbiamo detto che dopo il referendum faremo un tagliando”, ha assicurato. E se c’è chi chiede di tornare nel centrodestra, il leader risponde che “innanzitutto bisogna capire da chi è formato il centrodestra: anche alcuni che stanno nel centrodestra rifiutano questo nome, c’è una crisi di identità enorme da quella parte”.

Alfano chiede (e otterrà) quindi una “tregua” fino al referendum. Ma se i frondisti accetteranno di aspettare l’autunno per la resa dei conti, le critiche sulla linea non verranno nascoste. “Il problema politico resta – rileva Roberto Formigoni, uno dei ‘dissidenti’ -. Noi diciamo che il referendum condotto così è lontano dalla nostra impostazione; che il quarto polo non esiste e che l’Italicum non va bene per il premio di maggioranza ma anche per i deputati designati. Lo dicono De Benedetti e Franceschini, non lo dobbiamo dire noi? E poi c’è la questione del dopo: Renzi dice che non ci vuole”. Nel centrodestra, invece, l’orizzonte è “il modello Milano, che è vivo e lotta insieme a noi”, conclude Formigoni. “Per ora non cambia nulla – riflette un senatore critico con la linea del partito – anche perché dobbiamo aspettare l’esito del referendum. Se vince il sì Renzi fa quel che vuole, se vince il no vediamo cosa decide di fare Berlusconi”. Area popolare serra le fila e in attesa del tagliando di autunno, come lo ha definito Angelino Alfano, resta unito. Nessuna uscita dal gruppo del Senato a dispetto dei rumors. Durante la riunione del gruppo di palazzo Madama, durata piu’ di tre ore, nessuno ha minacciato l’addio. Tregua, dunque, anche perché ora nessuno vuol fare la mossa che potrebbe rivelarsi sbagliata.

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