Allarme INPS, i rimborsi slittano di un anno | “Dovrete stringere i denti”: lavoratori e pensionati distrutti dall’annuncio
Inps - (pexels) - IlFogliettone.it
Un duro colpo per le famiglie che aspettano questi soldi per potersi concedere qualche spesa extra in estate.
Ogni anno milioni di contribuenti italiani attendono con trepidazione l’arrivo dei rimborsi fiscali derivanti dalla dichiarazione dei redditi, in particolare dal modello 730. Si tratta di somme che derivano dal ricalcolo delle imposte dovute, dopo l’applicazione di detrazioni e deduzioni previste dalla normativa fiscale. Un credito che può fare la differenza in un contesto economico complicato come quello attuale, soprattutto per chi si trova in difficoltà.
Il momento in cui arriva il rimborso del 730 dipende da diversi fattori, in primis dalla data in cui è stato trasmesso il modello e dalla presenza o meno di un sostituto d’imposta. Chi presenta la dichiarazione indicando un datore di lavoro o un ente pensionistico riceve il rimborso direttamente nella busta paga o nella pensione, in tempi generalmente più rapidi. Diversamente, per chi non indica un sostituto, la gestione passa all’Agenzia delle Entrate, allungando notevolmente i tempi.
Molti contribuenti non hanno un sostituto d’imposta: disoccupati, lavoratori autonomi o persone con redditi discontinui. In questi casi l’INPS o l’Agenzia delle Entrate intervengono direttamente per l’erogazione. La legge prevede che il rimborso venga accreditato entro sei mesi dal termine ultimo per l’invio della dichiarazione dei redditi, fissato al 30 settembre. Ciò significa che, in questi casi, i contribuenti riceveranno i rimborsi non prima di dicembre e al massimo entro marzo dell’anno successivo.
Anche l’importo del rimborso influisce sulle tempistiche. Per somme fino a 4.000 euro, il rimborso viene generalmente accreditato tra dicembre e gennaio. Superata questa soglia, invece, è possibile che il pagamento venga posticipato, sempre entro la scadenza massima di marzo. Questo accade perché l’Agenzia delle Entrate può decidere di effettuare controlli più approfonditi sulle dichiarazioni che comportano rimborsi elevati, allungando così i tempi di erogazione.
Gli ostacoli tecnici nei pagamenti
Un problema ricorrente è quello legato alle coordinate bancarie errate. Se l’IBAN fornito al momento della presentazione del modello è sbagliato o non corrisponde a un conto attivo, l’Amministrazione finanziaria non riesce ad effettuare l’accredito. In questi casi, per rimborsi inferiori a 1.000 euro, il contribuente riceverà una comunicazione che lo inviterà a ritirare l’importo presso uno sportello postale. Un passaggio burocratico che può ulteriormente rallentare l’arrivo dei soldi.
Anche se il sistema di rimborsi è ormai rodato, possono verificarsi ritardi. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha la possibilità di verificare i dati dichiarati e bloccare temporaneamente l’erogazione in caso di incongruenze. Inoltre, la gestione centralizzata da parte dell’INPS, in assenza del sostituto, implica una maggiore mole di pratiche da smaltire e può comportare lunghe attese per i contribuenti in attesa dei rimborsi.
Un aiuto concreto in tempi difficili
Anche se non rappresentano un vero guadagno, i rimborsi del 730 sono somme che spettano di diritto al contribuente e che spesso permettono di alleggerire momentaneamente il peso delle spese quotidiane. In un periodo segnato da inflazione e crisi economica, anche qualche centinaio di euro possono diventare un piccolo “tesoretto” utile a far fronte a esigenze familiari, spese impreviste o semplicemente per togliersi qualche sfizio.
Ogni anno la stagione delle dichiarazioni e dei rimborsi porta con sé attese, speranze e qualche incertezza. È fondamentale prestare attenzione alla compilazione del modello, inserire correttamente l’IBAN e monitorare eventuali comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Conoscere le regole, le tempistiche e i possibili ostacoli consente di affrontare con maggiore consapevolezza questo passaggio fiscale così importante per milioni di italiani.