Aperta terza finestra per regolarizzazione lavoratori stagionali extracomunitari

25 marzo 2024

Il decreto flussi 2024 ha aperto la terza finestra per la regolarizzazione dell’ingresso di lavoratori subordinati stagionali provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione Europea. Dalle 9 di oggi, è possibile inviare telematicamente le istanze per ottenere il permesso di soggiorno necessario. Questa misura, parte di una strategia più ampia per gestire l’immigrazione e le esigenze del mercato del lavoro italiano, mira a regolarizzare l’ingresso di lavoratori temporanei nei settori agricolo e turistico-alberghiero.

Il provvedimento prevede l’ingresso di 151.000 lavoratori entro quest’anno, di cui oltre la metà sono impiegati stagionali. Si prevede l’ingresso di 89.050 persone per l’anno in corso e 93.550 per il 2025, mentre 61.250 ingressi riguarderanno lavoratori subordinati non stagionali e 700 saranno lavoratori autonomi. Le domande verranno gestite seguendo un rigoroso protocollo: inizialmente, saranno trattate le istanze in quota, secondo l’ordine cronologico di presentazione, entro tre/quattro giorni lavorativi. Successivamente, saranno prese in considerazione le istanze fuori quota.

Le tre date per la presentazione delle domande sono state stabilite dalla circolare del 29 febbraio scorso, emanata congiuntamente dai ministeri dell’Interno, del Lavoro, dell’Agricoltura e del Turismo. Ogni data è associata a un tipo specifico di manodopera richiesta: il 18 marzo 2024 è stato dedicato ai lavoratori subordinati non stagionali provenienti da Paesi con accordi di cooperazione con l’Italia, il 21 marzo 2024 agli altri lavoratori subordinati non stagionali, e infine oggi, 25 marzo 2024, è il turno dei lavoratori stagionali.

Questa apertura della finestra rappresenta un’opportunità importante sia per i lavoratori che cercano opportunità di lavoro temporaneo in Italia, sia per i settori agricolo e turistico-alberghiero, che spesso dipendono dall’apporto di manodopera esterna per soddisfare le proprie esigenze stagionali. Si spera che questo processo agevoli l’integrazione di lavoratori provenienti da diverse parti del mondo nel tessuto economico e sociale italiano, contribuendo così alla crescita e alla diversificazione dell’economia nazionale.

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