Appalti e caso Maniaci, si auto-scioglie Consiglio comunale Borgetto

17 maggio 2016

Autoscioglimento del consiglio comunale di Borgetto, nel Palermitano. Dieci consiglieri su quindici hanno presentato le loro dimissioni, puntando il dito sulle “scelte opache” in materia di appalti e rifiuti, ma anche sulla vicenda Maniaci, il direttore di Telejato indagato per estorsione ai sindaci di Partinico e, per l’appunto, Borgetto. La Regione dovrà nominare un commissario per il Consiglio, mentre sindaco e giunta restano in carica, a meno di eventuali e future dimissioni. A fare un passo indietro sono stati gli esponenti delle formazioni Voce Cittadina e Comitati Civici. Per i consiglieri di Voce Cittadina, in particolare, il presidente dell’Aula “non è stata imparziale riguardo alcune scelte dell’amministrazione che sarebbero illegittime e fuori legge, come l’appalto per la riscossione dei tributi, l’illuminazione pubblica e la casa dell’acqua”. Poi la vicenda Maniaci e i presunti condizionamenti che “ci hanno lasciato perplessi e imbarazzati. Percepiamo un senso di sdegno da parte dell’intera cittadinanza nei confronti del sindaco che sembrerebbe essere stato ricattato nel silenzio assoluto senza aver mai denunciato tali comportanti. Sentiamo il bisogno di prendere pubblicamente le distanze da questa situazione invitando pure il sindaco a dimettersi per ridare voce alla cittadinanza”. Interviene il deputato regionale di Ncd Pietro Alongi: “Auspico che il prefetto di Palermo avvii un atto ispettivo affinché si faccia chiarezza poiché ritengo che quando una parte della democrazia decide di auto sospendersi un problema reale deve pur esistere. Chiedo anche una ispezione dell’assessorato alle Autonomie locali e che il presidente della Regione, di concerto con l’assessore alle autonomie, invii un commissario di alto profilo”.

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