Ardizzone: “Abbiamo sospeso il vitalizio a Cuffaro. E il parlamento nazionale?”

Ardizzone: “Abbiamo sospeso il vitalizio a Cuffaro. E il parlamento nazionale?”
19 dicembre 2014

parlamento siciliano
 

Nel bel mezzo dei tradizionali auguri con la stampa, sbotta: “Non si parla piu’ del caso Cuffaro a cui abbiamo sospeso l’assegno vitalizio dopo la condanna per mafia. Ma il Parlamento nazionale che cosa ha fatto per i deputati condannati? Nulla”. Come se non ce la facesse più, il presidente del parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, doveva dirlo. E a ben ragione, aggiungo. Il motivo lo spiega lui stesso: “Ancora non ho visto e non ho letto di un solo decreto di sospensione di parlamentari nazionali che hanno subito condanne”. La storia è nota, parliamo del vitalizio del valore di seimila euro lordi sospeso all’ex governatore Toto’ Cuffaro, che sta scontando una pena definitiva per mafia.

Ancora il presidente dell’Ars. “Sul caso Cuffaro ho chiesto un parere prima all’Avvocatura dello Stato di Palermo che, ha sua volta, l’ha trasmesso all’avvocatura di Roma – evidenzia -. Ebbene, il parere prevede la sospensione dell’assegno vitalizio e noi lo abbiamo applicato”. Ricorda Ardizzone, come d’altronde va da sè, che il Codice penale si applica ai consiglieri regionali, ai sindaci e ai parlamentari nazionali, quindi “perché il Parlamento nazionale non ha assunto ancora alcuna decisione?”. “A meno che  – sfida – non dicano che quel parere dell’Avvocatura sia sbagliato, ma devono dirlo”. Non si dà pace, il presidente dell’Ars. “Hanno tutti pontificato contro la Sicilia, sostenendo che pagavamo l’assegno vitalizio ancora a un condannato ma, ribadisco, non ho visto un decreto di sospensione sulla base di quel parere, la legge deve essere uguale per tutti”. Infine, il colpo letale: “Quanti condannati ci sono sospesi nel Parlamento nazionale? Non una sola parola su questo”. Per onestà intellettuale, non si può che dare ragione ad Ardizzone. E, a questo punto, si spera che i presidenti di Camera e Senato agiscano di conseguenza. Ovvero, applicare  il parere dell’Avvocatura dello Stato. G. Min.

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