Ardizzone, nascondere problema classe dirigente come negare mafia

4 marzo 2016

“Volere nascondere che esiste un problema di classe dirigente, della sua selezione e della capacità di rappresentare interessi diffusi equivale ad avere negato, per interi decenni, l’esistenza della mafia in Sicilia”. Lo ha detto il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone, aprendo a Messina i lavori del convegno su ‘etica e responsabilità’. “Eppure fu un prete, don Luigi Sturzo, che, già il 21 gennaio del 1900, su “La Croce di Costantino”, nel denunciare le nefandezze del delitto di Emanuele Notarbartolo, sindaco di Palermo e presidente del Banco di Sicilia, (primo eccellente omicidio di mafia) descriveva efficacemente la mafia non solo come un’organizzazione criminale, ma come un potere “che stringe nei suoi tentacoli giustizia, polizia, amministrazione, politica” e che “ha i piedi in Sicilia, ma afferra anche Roma, penetra nei gabinetti ministeriali, nei corridoi di Montecitorio viola segreti, sottrae documenti, costringe uomini, creduti fior d’onestà, ad atti disonoranti e violenti” – aggiunge Ardizzone – E’ come volere sostenere impudentemente, come purtroppo fatto da alcuni, che nella recente indagine denominata “mafia capitale”, sia stato inappropriato l’accostamento della città di Roma al fenomeno mafioso”, conclude.

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