Banca popolare di Bari, ex ad Papa e due ex manager indagati per crac Fusillo

Banca popolare di Bari, ex ad Papa e due ex manager indagati per crac Fusillo
21 dicembre 2019

Concorso in bancarotta fraudolenta e’ il nuovo reato contestato all’ex amministratore delegato e a due ex dirigenti della Banca Popolare di Bari. Il crac nel quale la Procura ipotizza il coinvolgimento dell’ex amministratore delegato Giorgio Papa, di Gianluca Jacobini, ex condirettore generale dell’istituto di credito barese e figlio dell’ex presidente Marco Jacobini, e di Nicola Loperfido, ex responsabile della direzione crediti, e’ quello delle societa’ del gruppo Fusillo di Noci (Bari). Secondo le ipotesi del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del pm Lanfranco Marazia, la banca avrebbe illecitamente continuato a concedere crediti a un gruppo che era sull’orlo di fallimento. Le verifiche sono iniziate molti mesi fa e a giugno sfociate in un decreto di perquisizione nei confronti delle societa’ del gruppo Fimco-Maiora e della banca popolare di Bari. All’epoca gli avvisi di garanzia furono notificati solo agli imprenditori ma, nel prosieguo delle indagini della guardia di finanza, e’ emerso che l’istituto di credito potrebbe avere delle responsabilita’ nella bancarotta. Quattro societa’ del gruppo in questione, nel frattempo, sono state dichiarate fallite e per una quinta e’ stata fissata un’udienza a gennaio, davanti al tribunale civile di Bari.

La scossa alle indagini che la magistratura barese aveva aperto mesi fa sulla gestione della Banca Popolare di Bari e’ arrivata il 13 dicembre scorso con il commissariamento. Il giorno prima il cda aveva avviato le procedure per una azione di responsabilita’ nei confronti dell’ex ad Giorgio Papa e dei due ex dirigenti Gianluca Jacobini e Nicola Loperfido, tutti e tre ora indagati per la bancarotta Fusillo. L’attenzione della magistratura barese sul loro coinvolgimento nel crac del gruppo di Noci risale all’estate scorsa, quando la Guardia di Finanza, su delega del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del sostituto Lanfranco Marazia, ha eseguito perquisizioni nelle sedi delle societa’ poi dichiarate fallite (all’epoca erano indagati per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio quattro manager del gruppo Fusillo) e nella direzione generale della banca. Le indagini “hanno consentito di far emergere il ruolo della Banca Popolare di Bari – spiegavano gli inquirenti gia’ al momento delle perquisizioni – quale principale creditore delle imprese sottoposte a procedura concorsuale, risultate esposte con l’istituto di credito per una cifra di poco inferiore ai 140 milioni di euro, a seguito delle ingenti linee di credito elargite negli anni”. Ed e’ proprio sulle linee di credito concesse dal 2010 al 2019 dalla banca alle societa’ Fusillo, l’ultima da 40 milioni di euro nel marzo 2019, che si sono concentrate le indagini degli ultimi mesi, fino all’attuale ipotesi di bancarotta anche a carico degli ex vertici della Popolare di Bari.

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