Beni culturali demanio, 13 saranno gestiti dal privato no profit

Beni culturali demanio, 13 saranno gestiti dal privato no profit
14 novembre 2016

Per la prima volta 13 gioielli del patrimonio culturale italiano attualmente chiusi o poco valorizzati potranno essere gestiti da associazioni no profit. È questo il senso del bando pubblicato dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la concessione in uso a `privati no profit` di beni immobili del demanio culturale dello Stato non aperti al pubblico o non adeguatamente valorizzati. Dal Castello di Canossa, alla Certosa di Trisulti (in foto) a villa Giustiniani, ecco l’elenco dei 13 beni messi a bando: Chiesa di San Pietro ad Oratorium – Capestrano (AQ); Chiesa di San Barbaziano – Bologna; Castello di Canossa e Museo nazionale “Naborre Campanini” – Canossa (RE); Villa Giustiniani- Bassano Romano (VT); Certosa di Trisulti – Collepardo (FR); Abbazia di Santa Maria di Vezzolano – Albugnano (AT); Castello di Moncalieri – Moncalieri (TO); Abbazia di Soffena – Castelfranco di Sopra – Piandiscò (AR); Eremo di San Leonardo al Lago – Monteriggioni (SI); Villa Brandi – Vignano (SI); Villa del Colle del Cardinale – Perugia; Castello Bufalini – San Giustino (PG); Villa del Bene Dolcé (VR) – Loc. Volargne.

Il bando ha come obiettivo la realizzazione di un progetto di gestione del bene che ne assicuri la conservazione, ne promuova la pubblica fruizione e una migliore valorizzazione. Possono partecipare associazioni e fondazioni senza scopo di lucro con esperienza almeno quinquennale nella collaborazione alla tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Per quanto riguarda la selezione, una commissione ministeriale valuterà il progetto presentato, il prezzo proposto per il biglietto (fermo restando l’obbligo di destinare tutti i proventi alla conservazione e gestione del bene), la sostenibilità del piano economico. Dal canone di locazione saranno detratte le spese per il restauro sostenute dal concessionario. La durata della concessione può durare da 6 a 10 anni, è escluso il rinnovo automatico ed è prevista la risoluzione in caso di inosservanza delle prescrizioni e del programma presentato.

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