Berlusconi torna sulla Giustizia: assoluzioni non appellabili da primo grado

Berlusconi torna sulla Giustizia: assoluzioni non appellabili da primo grado
Silvio Berlusconi
18 agosto 2022

“Le sentenze di assoluzione non saranno appellabili”. E’ stata dedicata alla giustizia la ‘pillola’ quotidiana di ieri, di Silvio Berlusconi. Tema (tra i principali) che anima il programma elettorale di Forza Italia e per il quale da anni il Cavaliere continua a investire tutte le sue forze. “In Italia migliaia di persone ogni anno vengono arrestate e processate pur essendo innocenti – afferma l’ex premier -. Il processo è già una pena, che colpisce l’imputato, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro. Per questo non deve trascinarsi all’infinito, in appelli e controappelli”. Da qui, il capo degli azzurri annuncia che “quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili”.

Poi il consueto spot che chiude il format quotidiano: “Se anche tu pensi che la presunzione di innocenza sia alla base della nostra civiltà giuridica, il 25 settembre devi andare a votare e devi votare Forza Italia”. La proposta berlusconiana è bene accolta dai penalisti italiani che, tuttavia, rimarcano di aver inviato nei giorni scorsi una lettera a tutti gli esponenti politici “in competizioni indicando cinque priorità, tra cui proprio il ritorno alla inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del pubblico ministero”.

E in riferimento all’annuncio di Berlusconi, il presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenica Caiazza afferma: “Immagino che sia una risposta alla nostra sollecitazione e la valutiamo molto positivamente”, ricordando che si tratta di un’ipotesi rilanciata anche dalla commissione Lattanzi, sulla riforma del processo penale, ma poi “sacrificata”. Proposta bocciata, invece, dall’Anm secondo cui “la questione era stata affrontata dal legislatore nel 2006 con la legge Pecorella e la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima quella legge”. “Se un processo si conclude con un’assoluzione non si può pensare che si tratti di malagiustizia”, afferma il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia.

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