Cantiere centristi fermo da subito, stop di Alfano a proposta Verdini

Cantiere centristi fermo da subito, stop di Alfano a proposta Verdini
2 marzo 2016

di Giuseppe Novelli

Il “cantiere” dei centristi ancora una volta non apre. Anzi, la strategia sembra essere quella dei “mini-cantieri”: ognuno con il suo. Così appare l’area dei moderati dopo l'”appello” di Denis Verdini a “Porta a Porta”, che ha definito “inevitabile” un percorso verso una “convenzione di centro” che comprenda i partiti dell’area, dall’Ncd di Angelino Alfano fino ai Conservatori e riformisti di Fitto passando per Scelta civica e i tosiani di Fare!. Proprio dal Nuovo centrodestra le parole di Verdini vengono rispedite al mittente: “Noi abbiamo una certezza – afferma la portavoce Valentina Castaldini – l’Udc è da sempre nostra alleata e c’è un percorso iniziato con Flavio Tosi, nell’ambito di un accordo sulla visione e sui contenuti. Per quanto riguarda Ala, non abbiamo questa ipotesi sul tavolo”. Parole nette, che sembrano chiudere la porta a un’alleanza con il gruppo dell’ex coordinatore di Forza Italia. Che del resto, però, è stato il primo a dire che i tempi non sono maturi: la situazione attuale, con molti piccoli partiti centristi, ha spiegato nel salotto di Bruno Vespa, “crea confusione, in politica ci vuole pazienza, ma quando ci si presenta all’elettorato le cose vanno semplificate. E’ inevitabile questo percorso. Però anticiparlo e precipitarlo è un errore”. “Prima o poi un ragionamento di questo tipo con gli altri partiti andrà fatto – spiega oggi un esponente di Ala – ma non con fusioni a freddo, sedendoci intorno a un tavolo. Noi dobbiamo crescere, sia in Parlamento e nel territorio, e proseguire nel processo di disgregazione del centrodestra, poi vediamo”.

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In Scelta civica è bastata la possibilità (avanzata da organi di stampa) che Verdini potesse essere ospite della convention convocata a Roma il 19 marzo per scatenare una protesta. Quel giorno sarà lanciata la lista “cittadini per l’Italia” alle prossime amministrative, che vede insieme Sc e i Moderati fondati da Giacomo Portas. Zanetti, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, avrebbe in mente un “Cantiere dei Moderati” che però, ha precisato, non sarà “espressione di alchimie tra gruppi parlamentari, ma di una comunità politica che parte dai territori, dai programmi e dall’impegno per il buon governo delle città”. Del resto l’alleato Portas (titolare del marchio dei “Moderati per Renzi”) dice un no chiaro all’abbraccio con il fondatore di Ala: “Il partito dei moderati sta nascendo dal basso, insieme a Zanetti. Deve essere un cantiere aperto sul territorio. Verdini è un senatore che conosco, non ho nulla contro nessuno, ma i nostri partiti sono diversi”. I Conservatori e riformisti, inclusi da Verdini nel suo “progetto”, non dicono no, ma ponendo condizioni precise: “E’ obbligatoria – dice il deputato Nuccio Altieri – la strada per riunire le forze moderate, ma sulla base di due pilastri. Il nuovo soggetto deve essere alternativo al Pd e al governo Renzi e deve dotarsi di regole che consentano di fare una sintesi tramite la scelta dei cittadini. Roma può essere un laboratorio, a Roma si può vincere, facciamo subito una sintesi con le primarie, senza veti e senza tavoli”. Nessun interesse, infine, per un percorso di aggregazione dell’area di centro da parte di Corrado Passera, leader di Italia Unica e candidato sindaco a Milano. Nel capoluogo lombardo, spiega, “c’è una proposta dei partiti e una proposta civica indipendente dai partiti. Io rappresento quest’ultima fino in fondo”. Se il cantiere aprirà si vedrà, la posa della prima pietra sembra ancora lontana.

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