Caro energia e Ucraina: i temi sul tavolo del G7 Esteri a Munster

Caro energia e Ucraina: i temi sul tavolo del G7 Esteri a Munster
Antonio Tajani
3 novembre 2022

Gli elevati costi dell’energia e la guerra in Ucraina saranno al centro dei colloqui che i ministri degli Esteri del G7 avranno oggi e domani, venerdì, a Munster, in Germania, sotto la presidenza tedesca. Un incontro che si prefigge l’obiettivo ultimo di appianare le differenze sul tema energetico tra alcuni paesi esportatori, come Stati Uniti e Canada, e gli alleati europei, importatori su cui pesa gravemente la decisione di Mosca di chiudere i rubinetti del gas russo. Una discussione che, inevitabilmente, si legherà a quella sul conflitto della Russia in Ucraina, Paese a cui sarà ribadito pieno sostegno militare, umanitario ed economico, anche in vista della ricostruzione post bellica. Tra i temi in discussione, pure le sfide strategiche e gli impegni dei Sette Grandi in Africa, i partenariati nella regione indo-pacifica, l’Asia centrale e l’Iran. Della Repubblica islamica, del suo programma nucleare, del suo ruolo nel conflitto in Ucraina e come potenza regionale, si discuterà in particolare nella giornata di venerdì.

Al vertice di Munster parteciperà anche il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani. Il titolare della Farnesina sarà in Germania già oggi in mattinata: a Berlino, infatti, prenderà parte al nono vertice del Processo di Berlino sui Balcani occidentali. Il vertice sarà presieduto dal cancelliere federale Olaf Scholz e si svilupperà in due sessioni di lavoro. Tajani parteciperà su delega della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e interverrà nella sessione dedicata alla cooperazione regionale e all’istituzione di un Mercato Regionale Comune nei Balcani Occidentali. A fine mattinata Tajani si sposterà a Munster per il G7 e una serie di incontri bilaterali. Qui è in particolare sul caro energia che i capi della diplomazia di Germania, Italia, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Canada e Giappone, con il contributo della leadership dell’Unione europea presente come osservatore, dovranno trovare una sintesi tra posizioni che appaiono al momento distanti. Secondo quanto spiegato alla vigilia da fonti francesi, sarà necessario “parlare in maniera convincente” con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, sapendo che le prossime elezioni di Midterm negli Stati Uniti non permettono certo di immaginare immediati cambi di strategia a Washington.

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Un tema, quello energetico, che d’altra parte sta molto a cuore anche all’Italia. E non è un caso che proprio domani la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne discuterà a Bruxelles, nella sua prima missione all’estero, con i vertici europei. Di certo, con Blinken, che in mattinata parteciperà con la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock a un Forum sul futuro della democrazia in un mondo digitale, i ministri del G7 affronteranno anche altre questioni energetiche emerse con la guerra in Ucraina. In particolare si discuterà di sicurezza dell’approvvigionamento e delle infrastrutture. Nella mente di tutti è ancora oggi il sabotaggio nel Baltico dei due gasdotti Nord Stream, che collegavano la Russia con la Germania, e che fa temere analoghe iniziative contro altri Paesi fornitori dell’Europa, in primis la Norvegia. A Munster verrà inoltre effettuata un’analisi del funzionamento delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale contro la Russia e si continuerà a discutere di possibili future misure. Sebbene le sanzioni al settore energetico russo non abbiano avuto finora l’effetto sperato, comunque, la loro revisione non è al momento prevista. Fonti diplomatiche francesi, alla vigilia dell’incontro, hanno fatto notare infatti che per la Russia si tratta di un vantaggio “temporaneo”, anche in considerazione del fatto che le esportazioni di energia russe hanno un mercato limitato in Cina o in altri paesi che non applicano sanzioni contro Mosca.

Nell’ambito di una più ampia discussione sulla guerra in Ucraina, i ministri degli Esteri esamineranno i recenti sviluppi sul terreno, con particolare riferimento ai rischi di escalation, anche in ambito nucleare, e le conseguenze internazionali della sospensione della partecipazione russa all’iniziativa per l’esportazione del grano dai porti ucraini del Mar Nero, all’indomani della retromarcia di Mosca. I capi della diplomazia confermeranno inoltre il continuo sostegno ad una “pace giusta” nel rispetto dei principi della Carta Onu, della sovranità e della integrità territoriale dell’Ucraina e la comune volontà di percorrere ogni canale di interlocuzione serio e credibile per giungere a tale soluzione, secondo quanto riferito dalla Farnesina. Oltre a ribadire il fermo sostegno a Kiev, i ministri dei Paesi membri intendono inoltre inviare “un messaggio molto chiaro” alla Bielorussia: le autorità di Minsk saranno avvisate del fatto che ci saranno conseguenze gravi se “sarà oltrepassato il limite” e il Paese sarà direttamente coinvolto nella guerra. Il primo giorno dei lavori vedrà anche una discussione sulla Cina, sulle sfide e le opportunità presentate dalla Repubblica popolare. Il dipartimento di Stato americano ha ricordato ancora ieri la necessità di un coordinamento su questioni delicate come la stabilità nello Stretto di Taiwan ed ha espresso forte preoccupazione per le posizioni emerse dal recente XX Congresso del Partito comunista cinese proprio sull’isola, che Pechino considera come parte integrante del suo territorio.

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Ma durante la discussione sulla Cina non saranno trascurati altri temi considerati particolarmente delicati: la ricerca di pratiche commerciali eque, la protezione della proprietà intellettuale, il rispetto dei diritti umani nello Xinjiang e in Tibet. Un ricevimento per i ministri e una cena di lavoro dedicata all’interesse condiviso per un indo-pacifico libero e aperto concluderà la sessione di oggi. I lavori di venerdì, domani, invece, saranno dedicati in particolar modo a Iran, Asia centrale – con particolare attenzione a stabilità regionale, infrastrutture e connettività, energia e clima – e Africa, con la partecipazione di funzionari di quest’ultimo continente. Durante i colloqui mattutini, i ministri degli Esteri faranno una valutazione delle proteste in corso in Iran e della risposta violenta del regime, che l’Italia considera “inaccettabile”. Quindi passeranno in rassegna altri temi, come la stabilità regionale, le infrastrutture, l’energia e le questioni climatiche in Asia centrale. Un pranzo di lavoro con alti funzionari africani del Ghana, del Kenya e dell’Unione africana sarà dedicato ad argomenti regionali, tra cui il Sahel, il Corno d’Africa e i Grandi Laghi, tre aree d’interesse strategico per l’Italia sotto il profilo securitario, migratorio e umanitario. Oggetto della sessione anche le principali sfide strategiche per il G7 e l’Africa, con un particolare riferimento a sicurezza alimentare ed energetica, resilienza democratica, crisi climatica e ripresa post-pandemica.

Munster ospiterà il vertice oltre 370 anni dopo i negoziati per la pace di Westfalia che, nel 1648, posero fine alla Guerra dei Trent’anni. I ministri si ritroveranno al municipio storico della città e una parte dei colloqui avrà luogo proprio nella Sala della Pace, dove si svolsero i negoziati nel XVII secolo. L’evento sarà protetto da un imponente cordone di polizia. Le autorità locali non hanno reso noto il numero esatto degli agenti impegnati nelle attività di protezione del vertice, tuttavia si prevede un controllo massiccio di persone e arterie di comunicazione. Le aree centrali attorno al luogo del vertice sono state chiuse, anche in previsione delle manifestazioni annunciate durante i due giorni di lavoro. Secondo quanto riferito, infatti, “diverse migliaia” di persone sono attese a Munster per partecipare ad almeno una decina di manifestazioni. La polizia, tuttavia, non ha ricevuto segnali di minacce specifiche e si attende proteste perlopiù pacifiche. askanews

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