Cav vede il quid in Salvini. E manda messaggio a fronda in Fi

Cav vede il quid in Salvini. E manda messaggio a fronda in Fi
26 novembre 2014

di Barbara Acquaviti

La “lettura” dell’inner circle e’ che non ci sia stata alcuna investitura, ma che si tratti di un modo per “unire” il centrodestra in un ambito di ruoli ben precisi. Il malessere che attraversa i gruppi parlamentari azzurri, per la verita’ ormai adusi a questo genere di attacchi di panico, sembra pero’ raccontare un’altra storia. Ovvero la sensazione che, per l’ennesima volta, Silvio Berlusconi stia cercando di tutelare i suoi interessi anche a scapito del partito e dei suoi parlamentari. Questa volta non in nome di Renzi ma dell’altro Matteo, il leader leghista Salvini. L’ex premier, infatti, non solo lo elogia nel corso di quell’ufficio di presidenza convocato per far rientrare il nuovo capitolo della querelle “Fitto” ma, di piu’, lo loda pubblicamente durante la presentazione del libro di Bruno Vespa. Il segretario del Carroccio – dice il Cav – non soltanto e’ stato bravissimo a fare campagna elettorale ma e’ un “goleador”, un centravanti che sa segnare punti e lo potrebbe fare per il centrodestra tutto unito. Ovviamente, questo non vuol dire che Berlusconi sia disposto a farsi da parte: per se stesso, infatti, sceglie il ruolo di “regista”.

Anche perché – spiega rimanendo nella metafora calcistica – un attaccante da solo non basta, dietro serve una squadra e la Lega per certe ambizioni “nazionali” non puo’ bastare. E’ vero che nel passato qualsiasi successore il leader azzurro abbia incoronato ha dovuto miseramente mettere da parte le proprie ambizioni. Ma erano anche tempi in cui lui era pienamente in campo e Forza Italia non era costretta a combattere con percentuali di consenso cosi’ basse come quelle registrate in questa tornata elettorale. Insomma, Berlusconi avrebbe davvero riconosciuto in Salvini quel “quid” che non vedeva in Alfano e avrebbe pensato che “gestirlo” potrebbe essere meglio che “subirlo”. Certo, una tale esaltazione del leader del Carroccio non puo’ non essere letta in chiave interna, soprattutto nel giorno in cui Silvio Berlusconi decide di convocare un ufficio di presidenza proprio per “sedare” la protesta fittiana.

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Non e’ un caso se le critiche dell’ex ministro vengano derubricate da Berlusconi a quelle di “un deputato come gli altri”. E non c’e’ dubbio che esaltare un “competitor” esterno in questo modo serva anche a inibire eventuali ambizioni interne. Pur tentato dal redde rationem con l’eurodeputato reo di aver chiesto l’azzeramento dei vertici, d’altra parte, alla fine il Cavaliere ha scelto la strada dell’apertura. Per questo ha riaggiornato, probabilmente a domani, discussione e conclusioni di una riunione in cui l’esponente pugliese era assente giustificato causa presenza del Papa a Strasburgo. Perché tanta bonta’ d’animo? Perché uniti si vince e divisi si perde, spiega il Cav allo stato maggiore azzurro. Ma, soprattutto, perché senza le truppe compatte il suo potere agli occhi di Matteo Renzi rischia di essere compromesso. E Berlusconi non vuole che il patto del Nazareno salti per ragioni che spiega anche ai suoi parlamentari: 1) perché bisogna eleggere un capo dello Stato non ostile, 2) perché rende meno impervia la strada verso la sua agibilita’ politica. Anche per questo Berlusconi ammette candidamente di essere pronto a concedere al premier la modifica dell’Italicum che porta al premio alla lista (ed eventualemnte pure il mantenimento della soglia di sbarramento al 3%).

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