Cda Rai investe Foa ma ora decide la conta in Vigilanza. Fi vota no

Cda Rai investe Foa ma ora decide la conta in Vigilanza. Fi vota no
Silvio Berlusconi
31 luglio 2018

Il Cda Rai vota a maggioranza Marcello Foa designandolo – con cinque voti a favore, quello contrario della consigliera di area Pd Rita Borioni e l’astensione di Riccardo Laganà, il consigliere eletto dai dipendenti Rai – presidente della Rai ma l’ultima parola spetta alla Vigilanza e il nodo politico è ben lungi dall’essere sciolto. Anzi, all’orizzonte si intravede la paralisi. Che diventerà realtà domani quando, con ogni probabilità, la candidatura di Foa non troverà i due terzi dei consensi nella commissione di Vigilanza Rai.

Come prevede, infatti, la legge di riforma della Rai, varata dal governo del centrosinistra nella scorsa legislatura, la Vigilanza esprime un parere vincolante: la nomina del presidente della Rai fatta dal Cda diventa effettiva solo se incassa i due terzi dei voti in Vigilanza. Voti, 26 in tutto, che, al momento, il giornalista Marcello Foa non ha perché le opposizioni hanno in tutto 18 voti su 40. Pd e Leu si sono subito schierati contro un presidente “sovranista che non garantisce il pluralismo” e Forza Italia ha obiettato il “metodo” non condiviso e oggi lo stesso Silvio Berlusconi ha ribadito in un’intervista che va rispettato il ruolo dell’opposizione.

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Dunque Forza Italia voterà no. Poi se i giochi si riapriranno con una “reale condivisione” non è escluso che si possa trovare un’intesa su un altro nome – e tutti indicano quello di Giampaolo Rossi, il consigliere considerato vicino a Fratelli d’Italia ed eletto con i voti determinanti di Fi – ma la partita è troppo in salita per poter fare previsioni. Intanto, come spiega una nota dell’azienda, oggi si è insediato il nuovo consiglio di amministrazione “sotto la presidenza del consigliere anziano Marcello Foa nominato dal ministero dell’Economia” ed è stato nominato amministratore delegato Fabrizio Salini.

Ma è il segretario della Vigilanza Michele Anzaldi a mettere i puntini sulle “i” ricordando che “senza il via libera della Vigilanza, la votazione del Cda Rai su Marcello Foa non ha alcun valore. Foa al momento non è presidente della Rai, non ha alcun potere, la sua nomina non ha alcuna efficacia” e “non esistono nemmeno formule fumose come il ‘consigliere anziano’ cui si vorrebbero affidare temporaneamente i poteri del presidente: la legge, peraltro una legge speciale, non prevede supplenze”.

Francesco Verducci, senatore dem in Vigilanza, ricorda che il Parlamento è sovrano e parla di “un atto di protervia e di rottura istituzionale gravissimo. Al contrario di quel che dice Foa, il voto a suo favore oggi in CdA è figlio della più bieca e ferrea spartizione partitocratica”. Da parte sua Foa ha detto di attendere “con rispetto” il voto della Vigilanza di domani, di “essere estraneo a logiche partitocratiche” e di avere un solo “incrollabile impegno: quello nei confronti di un giornalismo libero, trasparente e intellettualmente onesto senza pregiudizi ideologici”. Intanto Fnsi e Usigrai bocciano su tutta la linea l’indicazione di Foa parlando di un “CdA si è piegato al diktat, svelando già al primo atto la totale sudditanza al governo”.

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