Centrodestra deposita referendum abrogativo legge Unioni civili

Centrodestra deposita referendum abrogativo legge Unioni civili
26 maggio 2016

E’ stato depositato in Cassazione da diversi parlamentari di area del centrodestra il quesito per il referendum abrogativo della nuova legge che riconosce le Unioni Civili approvata dal Parlamento. Hanno firmato il deposito, fra gli altri, Roccella e Quagliariello (movimento IDeA); Molteni e Simonetti (Lega); Sacconi e Formigoni (AP); Gasparri, Malan e Palmieri (Fi ; Fucci e Tarquinio (CoR); Rampelli (FdL) “Chiederemo agli italiani – ha sottolinearo Eugenia Roccella, nominata alla presidenza del comitato promotore del referendum- di mantenere diritti e obblighi reciproci per le coppie di fatto, di qualunque orientamento sessuale siano, eliminando però la parte della legge che apre alle adozioni gay e all’utero in affitto, ricalca il matrimonio, e discrimina i conviventi eterosessuali negando loro, per esempio, la pensione di reversibilità, anche in presenza di figli. La trasversalità delle firme – ha aggiunto- è testimonianza di un vasto schieramento contrario a questa legge. Il primo obiettivo dei promotori, dopo tante forzature avvenute in Parlamento su questa legge, è di dare, su un tema così delicato, la parola direttamente agli elettori”.

“La migliore risposta possibile ai promotori del referendum contro le unioni civili – ha ribattutto la madrina della legge, la senatrice Pd Monica Cirinnà- qualora dovesse mai celebrarsi, verrà direttamente dagli italiani la gran parte dei quali non intende far fare passi indietro al nostro Paese sul fronte dei diritti, proprio ora che ci siamo riavvicinati al resto d’Europa. Ogni qualvolta gli italiani sono stati chiamati a decidere se confermare o abrogare leggi che ampliavano i diritti hanno sempre scelto di rendere l’Italia un Paese più libero, democratico e inclusivo”, prosegue l’esponente dem. “Poichè la legge sulle unioni civili -aggiunge- rispetta pienamente la sentenza 138 del 2010 della Corte costituzionale non credo che la stessa Corte che ha chiesto al Parlamento di provvedere ‘con estrema sollecitudine’ al riconoscimento delle coppie e della vita familiare di persone dello stesso sesso, possa colpire una norma attesa da 30 anni che finalmente dà riconoscimento e dignità a milioni di italiani discriminati solo per il loro amore”.

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