Colpo alla famiglia mafiosa dell’Arenella, 8 arresti

18 febbraio 2020

Un nuovo duro colpo è stato inferto stamani a Cosa nostra dalla DIA di Palermo che ha arrestato 8 persone nell’ambito dell’operazione White Shark che ha visto coinvolta la famiglia mafiosa dell’Arenella. Per sette di loro si sono aperte le porte del carcere; per uno sono stati disposti gli arresti domiciliari. Quattro provvedimenti riguardano esponenti della famiglia Scotto, tra cui i tre fratelli Gaetano, Pietro, Francesco Paoloe. In particolare, Gaetano di recente è stato destinatario di un “avviso di conclusione indagini”, in quanto oggetto di indagini, svolte sempre dalla DIA di Palermo, finalizzate all’identificazione dei mandanti e degli esecutori materiali del duplice omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio avvenuto a Villagrazia di Carini il 5 agosto 1989.
Le indagini hanno orbitato principalmente intorno a Gaetano Scotto e suo fratello Francesco Paolo. Scotto, subito dopo l’uscita dal carcere, aveva ripreso la guida della famiglia mafiosa dell’Arenella, una delle più rappresentative del mandamento di Palermo-Resuttana, capeggiato dai fratelli Madonia.

Nonostante il ricorso ad un atteggiamento prudente, Scotto era divenuto il referente per la risoluzione di ogni tipo di problema prospettatogli dalla popolazione del quartiere; ha il pieno controllo delle attività economiche che vi vengono esercitate; organizza e coordina le estorsioni; mantiene rapporti con esponenti di altre famiglie mafiose; sostiene i parenti degli affiliati detenuti. Inoltre, Scotto ha l’abitudine di dare risposte o impartire ordini in maniera si potrebbe definire “itinerante”: evitando quindi ogni luogo al chiuso e camminando lungo le strade del quartiere; approfittando di incontri fugaci ed occasionali per impartire le proprie direttive senza mai nominare l’interlocutore e proferendo le parole strettamente necessarie per conferire un assenso (ad esempio all’apertura di un’attività commerciale) ovvero un diniego.

Leggi anche:
Le piazze contro la manovra. Cgil e Uil: "Non ci fermiamo"

Scotto poi ha saputo gestire il ruolo riconosciutogli e la sua influenza territoriale ponendosi al di fuori delle ordinarie dinamiche di Cosa nostra, evitando incontri, riunioni ed altre relazioni suscettibili di sovraesposizione. In particolare, sono state documentate proposte per investirlo di alte cariche di vertice più prestigiose all’interno dell’organizzazione, ma sempre declinate da Scotto, in attesa di chiarire le proprie vicende giudiziarie pendenti. Sono stati poi documentati rapporti con soggetti italo-americani, rappresentanti delle più potenti famiglie di Cosa nostra d’Oltreoceano, già oggetto di indagini da parte di F.B.I. e D.E.A. Le indagini della DIA hanno permesso di evidenziare, inoltre, un importante spaccato sulla gestione delle concessioni e sul controllo di alcune attività imprenditoriali nel corso degli anni da parte della famiglia dell’Arenella, in grado di “autorizzare ed indirizzare” l’apertura di imprese commerciali e la gestione del commercio ambulante.
La DIA ha proceduto infine al sequestro preventivo del White club, un pub alla moda all’interno del rimessaggio “Marina Arenella” di Palermo.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti