Commissario dello Stato, la politica si divide sulla sentenza. Le reazioni

13 novembre 2014

C’è chi è favorevole e chi no. Le forze politiche si dividono sulla sentenza pubblicata stamane della Corte costituzionale che di fatto, ‘cancella’ la figura del commissario dello Stato in Sicilia. Ecco alcuni interventi di esponenti politici.

“In questi ultimi due anni di immobilismo crocettiano, il Commissario di Stato ha assunto il ruolo di garante, di difesa nei confronti dell’apparato normativo regionale e degli stessi cittadini. Nutriamo quindi forti dubbi in merito all’utilità di sottrarre allo stesso Commissario la possibilità di impugnare preventivamente le norme. Riteniamo che l’Ars debba prontamente entrare nel merito della questione e mantenere la specialità dei controlli normativi in Sicilia. Proprio ieri sera, Forza Italia, prevedendo l’orientamento della Consulta, ha presentato un disegno di legge voto per recepire anche nell’Isola il sistema del vaglio successivo previsto dall’art. 127 della Costituzione, ma lasciandolo in capo allo stesso Commissario di Stato, organo terzo e imparziale, e non al Consiglio dei ministri, organo politico. Lavoreremo alacremente affichè la figura del Commissario dello Stato venga mantenuta, per una migliore tutela degli stessi cittadini dell’Isola”. Lo dichiara Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.

“La sentenza della Consulta che elimina la figura del Commissario dello Stato per la Sicilia e’ di portata storica”. Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo del Patto dei Democratici per le Riforme-Drs all’Assemblea regionale siciliana. “Di fatto – aggiunge – la Corte Costituzionale allinea la Sicilia alle altre regioni prevedendo il controllo successivo delle leggi. Ma va detto chiaramente che, soprattutto negli ultimi anni, la figura del commissario dello stato era divenuta un limite alla autonomia speciale piu’ che una prerogativa. Ora il parlamento regionale e il governo hanno maggiori responsabilita’ nel varo di leggi sia sotto il profilo ordinamentale che sotto l’aspetto finanziario”.

“La decisione della Corte Costituzionale determina la scomparsa della figura del Commissario dello Stato prevista dallo Statuto Speciale. Viene meno un organo di controllo ma giunge da questa decisione un segnale di messa in mora per quanti ritengono di poter tenere la Sicilia ‘eternamente’ fuori dai circuiti di riforme e di sviluppo economico delle altre Regioni e per quanti invocano continuamente la speciale autonomia per perseverare in scelte confuse e contraddittorie”. Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’AnciSicilia. 

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“L’abrogazione del controllo preventivo delle leggi regionali, da parte del Commissario dello Stato, non potrà dare al Parlamento siciliano libertà di legiferare senza limiti. Al contrario, la sentenza della Corte costituzionale assegna maggiore responsabilità a Governo e Assemblea in fase di proposizione e approvazione delle norme”. Lo afferma il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, commentando la sentenza della Consulta, depositata oggi. “Il Parlamento – continua – non si sottrarrà a un controllo più scrupoloso, attento e conforme ai canoni costituzionali. Un buon esempio di legge di qualità è quella relativa agli operai forestali, approvata di recente dall’Assemblea, che ha passato indenne il controllo preventivo del Commissario dello Stato. In ogni caso – conclude Ardizzone – permangono in capo al Commissario dello Stato le funzioni residuali previste dalla normativa in vigore”.

“I custodi della nostra Autonomia speciale devono essere in Sicilia, non a Roma. La sentenza appena depositata dalla Corte Costituzionale, che elimina il controllo del Commissario dello Stato sulle leggi del Parlamento siciliano, ha ritenuto di allineare la Regione Siciliana alle maggiori forme di autonomia che la riforma del titolo V della Costituzione ha già riconosciuto nel 2001 alle Regioni a Statuto ordinario. A questo punto la riforma del nostro Statuto speciale appare urgente ed indifferibile: l’Assemblea Regionale Siciliana deve colmare una grave mancanza nei confronti della nostra Autonomia derivante dall’inerzia avuta nell’affrontare per 13 lunghi anni le problematiche della specialità dello Statuto, alla luce della riforma costituzionale del 2001”. Lo dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all’Ars. “L’Assemblea regionale siciliana non può più tentennare, bisogna intervenire subito a tutela dell’Autonomia speciale della Regione esercitando il diritto-dovere di autoriforma. E’ necessario – conclude Gucciardi – allinearsi all’evoluzione della legislazione costituzionale in materia di autonomia delle Regioni”.

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“Apprezzando la decisione della Consulta di archiviare il ruolo del commissario dello Stato, penso che da ora in poi l’Ars debba dimostrare rinnovato senso di responsabilità nel legiferare nel pieno rispetto della Costituzione, evitando gli “abusi” più volte censurati nel passato dal Commissario”. Lo afferma Giuseppe Lupo, deputato Pd all’Ars.

“Per la Corte costituzionale da oggi la Sicilia e’ una regione a ordinaria specialita’, non credo che cio’ migliorera’ la qualita’ delle leggi”. Lo afferma il deputato regionale del Pd, Antonello Cracolici.

“La sentenza della Corte Costituzionale che cancella il controllo preventivo del commissario dello Stato sulle leggi varate dall’Ars segna un momento dirimente per il passato e per il futuro della Sicilia”. Lo dice Anthony Barbagallo, deputato regionale del Pd, componente del Consiglio di Presidenza e componente della commissione Statuto all’Ars. “Questa sentenza – prosegue – determina più di una conseguenza. Innanzitutto si impone una modifica dello Statuto: credo che l’apposita commissione all’Ars, della quale ho il privilegio di far parte, debba procedere rapidamente nel proporre una modifica delle parti interessate dalla riforma del Titolo V della Costituzione”. “Un secondo aspetto – aggiunge l’esponente del Pd – riguarda la produzione legislativa che d’ora in poi porteremo avanti all’Ars: se da un lato dobbiamo cogliere l’opportunità di una seconda metà di legislatura che può essere caratterizzata da una ritrovata compattezza nella maggioranza e dalla possibilità di lavorare senza l’incubo della scure del commissario, dall’altro lato dobbiamo essere consapevoli della necessità di un attento esame sulla qualità delle norme che approveremo. In questo senso credo che si debba allestire un gruppo di lavoro, magari interno al consiglio di Presidenza dell’Ars, con questo compito”. “Quel che è certo – conclude Barbagallo – è che ci troviamo di fronte ad una sentenza storica per la Sicilia, che porta la firma di un grande politico e uomo delle Istituzioni come Sergio Mattarella”.

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“Nessun entusiasmo. I controlli, anche quelli successivi alla pubblicazione della legge, non dovrebbero far paura ad alcun legislatore. Anzi, quasi sempre sono una garanzia. Rimane ora aperta l’esigenza di riformare lo Statuto e adeguarlo al mutato contesto normativo”. Lo afferma l’esponente di centrodestra Nello Musumeci, in seguito alla decisione della Corte Costituzionale di eliminare il controllo preventivo da parte del Commissario dello Stato sulle leggi approvate dall’Ars.

“Questa sentenza rappresenta una novità non di poco conto per la Regione siciliana per l’autonomia e per il lavoro di governo e parlamento regionale. Certamente l’autonomia regionale e statutaria perde contenuti, il fatto che a seguito della sentenza della Corte costituzionale, il commissario dello Stato non potrà impugnare più le leggi regionali segna un cambiamento netto per tutta la politica regionale”. Lo afferma il deputato di Ncd, Vincenzo Fontana. “Nell’ultimo periodo – aggiunge – il ruolo del Commissario dello Stato nell’approvazione di finanziarie e norme era diventato vincolante su tutto, sia dal punto di vista della legittimità, del controllo e delle coperture finanziarie. Adesso tocca al governo e ai singoli parlamentari, visto che il controllo delle leggi dell’Ars sarà successivo e gli eventuali contenziosi alla corte costituzionale potranno essere richiesti solo dal governo centrale. Quindi è indispensabile avere il senso delle istituzioni e una responsabilità maggiore nel legiferare senza un freno e un controllo preventivo. Per tutto ciò la politica deve fare un passo avanti nella difficoltà oggettiva del momento con un bilancio altamente deficitario nel saper contemperare rigore, buone leggi e di evitare assalti alla diligenza che potrebbero creare forti scossoni alle casse regionali”.

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