Comparto al collasso, aumenta l’import. ‘Scippati’ 84 mln

9 maggio 2014

84 milioni di euro “rubati” alla zootecnia siciliana. A tanto ammonta infatti l’importazione di latte e formaggi che nel 2013 è aumentata del 5% rispetto all’anno precedente. “E’ l’ennesimo dato che dimostra l’eutanasia di uno dei comparti più importanti, qualitativamente all’avanguardia e identificanti la nostra Regione – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione con riferimento alla grave crisi della zootecnia siciliana che non solo è penalizzata dal prezzo del latte inferiore rispetto al Nord ma deve fare i conti anche con una crescente importazione a discapito di produzioni uniche della Regione che non riescono ad ottenere un prezzo remunerativo”. Secondo l’organizzazione degli agricoltori, in 12 mesi il patrimonio bovino è diminuito del 22%. I bovini con meno di un anno nel 2012 erano oltre 95 mila, nel 2013 sono scesi a poco più di 74 mila. Anche il patrimonio ovino in un anno ha perso oltre 30 mila capi.

“Ciò che impressiona – aggiungono Chiarelli e Campione – è che produzioni uniche, tradizionali, a denominazione di origine protetta come il pecorino o il caciocavallo non sono molto conosciuti perché si preferiscono formaggi che prima di arrivare sulle nostre tavole percorrono migliaia di chilometri. Ogni anno arrivano tonnellate di cagliate, preparati, formaggi spalmabili. Ed è grave che alcune industrie di caseificazione scelgono di utilizzare materie prime straniere addirittura confezionando all’esterno prodotti che poi vendono in Sicilia”. In sostanza, “è indispensabile attuare una politica zootecnica che salvi soprattutto le tradizioni produttive e garantisca anche quel presidio territoriale fondamentale nelle aree interne, a salvaguardia della salute dei consumatori”. Sempre secondo la Coldiretti, grazie alla vendita diretta nelle imprese agricole, nei mercati e nelle botteghe di ‘Campagna Amica’, l’offerta dei formaggi siciliani è ampia e garantita dagli allevatori che rappresentano una marcia in più per quella tracciabilità che oggi è la vera carta d’identità dell’agricoltura siciliana. “Bisogna prediligere i nostri formaggi prodotti con il latte di qualità certificato da enti autorizzati nel caso di prodotti Dop con pascoli che garantiscono qualità organolettiche importanti per la salute – concludono -. I nostri allevatori hanno già prodotti innovativi anche spalmabili per rispondere ai gusti dei consumatori di tutte le fasce d’età”.

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