Comunali 2025, il centrosinistra regge nei capoluoghi. Crolla il M5S, centrodestra a due velocità
Il primo turno delle elezioni amministrative 2025 si chiude con il centrosinistra che finora riconquista Genova e Ravenna, mentre a Taranto e Matera la partita resta aperta e si deciderà al ballottaggio in programma l’8 e 9 giugno. Nella giornata di lunedì 26 maggio, quando alle 15 si sono chiusi i seggi in 126 comuni italiani, i riflettori erano puntati sui quattro capoluoghi di provincia chiamati a scegliere il nuovo sindaco e i consiglieri comunali, in una tornata che ha visto un’affluenza sostanzialmente stabile al 56,3%.
Dopo settimane di campagna elettorale segnata da polemiche, alleanze trasversali e crisi politiche locali, il voto ha restituito una fotografia chiara nei centri del Nord, mentre nel Sud si preannunciano duelli all’ultimo voto. Un verdetto che certifica l’egemonia del centrosinistra nei grandi centri al voto in questa tornata, ma che al tempo stesso evidenzia divisioni interne nel centrodestra e la progressiva ritirata del Movimento 5 Stelle dalle amministrazioni locali.
Affluenza stabile a livello nazionale, ma con variazioni locali significative
Il dato complessivo dell’affluenza si attesta al 56,29%, in linea con la tornata precedente (56,32%). Ma il dato nazionale nasconde differenze territoriali importanti. Cresce l’affluenza a Genova, che recupera 8 punti rispetto al 2022 (dal 44% al 52%), e a Taranto, dove si registra un +4% (dal 52,2% al 56,6%). In calo invece Ravenna, che scende al 49,5% rispetto al 54% di tre anni fa, e soprattutto Matera, dove si passa dal 70,8% del 2020 al 65,2%.
Genova: Salis (centrosinistra) verso la vittoria piena
Nel capoluogo ligure – l’unico capoluogo di regione coinvolto in questa tornata – si profila un cambio di colore politico. Dopo otto anni di amministrazione di centrodestra guidata da Marco Bucci (diventato presidente della Regione Liguria nell’ottobre scorso), il centrosinistra è a un passo dal tornare a Palazzo Tursi. La candidata Silvia Salis, ex vicepresidente del Coni, sostenuta da una coalizione ampia e trasversale, è in vantaggio netto con una forchetta tra il 53% e il 57%.
Il suo principale sfidante, Pietro Piciocchi, ex vicesindaco e candidato del centrodestra unito, si attesterebbe attorno al 43%, secondo i dati parziali del Viminale (450 sezioni su 653). Se le proiezioni verranno confermate, Salis sarà la prima sindaca donna di Genova e riporterà il centrosinistra alla guida della città per la prima volta dal 2017.
Ravenna: Barattoni trionfa, centrodestra spaccato
Anche a Ravenna la partita si chiude al primo turno. Il candidato del centrosinistra Alessandro Barattoni, espressione di una coalizione che comprende PD, M5S, Verdi e Sinistra Italiana, vince con ampio margine: secondo le stime più aggiornate, la sua percentuale oscilla tra il 61% e il 65%. Nettamente staccato il candidato di Fratelli d’Italia e Forza Italia, Nicola Grandi, fermo tra il 21,5% e il 25,5%. Marginale il peso di Alvaro Incisi, sostenuto dalla sola Lega.
Barattoni succede a Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia-Romagna nel novembre scorso. L’alta percentuale raccolta conferma Ravenna come roccaforte storica della sinistra, nonostante un calo dell’affluenza (49,5% contro il 54% del 2022).
Taranto: Bitetti (centrosinistra) avanti, ma il ballottaggio è dietro l’angolo
Situazione più fluida a Taranto, dove sarà necessario il ballottaggio. A guidare il primo turno è il candidato del centrosinistra Piero Bitetti, con un consenso stimato tra il 37% e il 41%. Il centrodestra, diviso in tre tronconi, rischia però di restare fuori dalla sfida finale. Luca Lazzàro, candidato ufficiale della coalizione di destra, è dato tra il 20% e il 24%, ma a contendergli l’accesso al secondo turno è Francesco Tacente, civico sostenuto da Udc e Lega, anche lui attorno al 22%.
L’amministrazione Melucci è caduta prematuramente lo scorso febbraio, dopo la firma delle dimissioni da parte di 17 consiglieri su 32. Bitetti, ex presidente del Consiglio comunale, sembra aver beneficiato della frammentazione dell’avversario, ma resta da vedere chi sarà il suo sfidante l’8 e 9 giugno.
Matera: centrosinistra in testa, ma si decide al secondo turno
Anche Matera si avvia verso un ballottaggio. A guidare la corsa è il candidato riformista Roberto Cifarelli, sostenuto dal PD e da altre forze di centrosinistra, con una forchetta tra il 44,5% e il 48%. Dietro di lui Antonio Nicoletti (centrodestra), fermo tra il 30% e il 33%. Fuori dai giochi, almeno secondo i dati attuali, il sindaco uscente Domenico Bennardi (M5S), che si era ripresentato in solitaria dopo la crisi interna al movimento che aveva portato alla sua caduta.
Matera è uno dei tanti comuni persi dal Movimento 5 Stelle dopo un solo mandato. La bassa affluenza rispetto al 2020 (65,2% contro il 70,8%) potrebbe aver penalizzato la sua riconferma.
Il quadro politico: centrosinistra solido, centrodestra diviso, M5S marginale
Il primo turno delle amministrative 2025 consegna un’immagine nitida delle dinamiche politiche nei grandi centri: il centrosinistra appare in salute, capace di vincere nettamente dove si presenta unito e competitivo. A Genova e Ravenna non ci sarà bisogno del ballottaggio. Al contrario, il centrodestra paga le divisioni interne, come si è visto chiaramente a Ravenna e Taranto, e mostra segni di debolezza in territori storicamente contendibili. Infine, il Movimento 5 Stelle conferma la sua progressiva ritirata a livello locale: non conquista nessuno dei capoluoghi in gioco e rischia l’irrilevanza anche nei ballottaggi.
Ora l’attenzione si sposta al secondo turno, previsto per domenica 8 e lunedì 9 giugno. A Taranto e Matera la campagna elettorale riparte immediatamente: in palio ci sono due città chiave del Sud, e ogni voto potrebbe essere decisivo.