Confindustria boccia la manovra: deboli gli interventi per la crescita

Confindustria boccia la manovra: deboli gli interventi per la crescita
23 novembre 2020

“Salvo alcune misure positive, gli interventi di più lungo periodo sulla crescita e la competitività del sistema industriale appaiono deboli e le principali scelte sono rinviate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. E’ il giudizio sulla manovra economica che arriva da Confindustria in occasione dell’audizione, presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, del direttore generale dell’Associazione, Francesca Mariotti. Si tratta, secondo Confindustria, di una “manovra espansiva che cerca di tenere insieme l’obiettivo del contenimento degli impatti economico-sociali dell’emergenza con quello del rilancio degli investimenti per sostenere la ripresa post pandemica”. Occorre agire sul fronte della liquidità e della domanda.

Riguardo alle misure di contenimento degli effetti dell’emergenza, il Ddl, secondo Confindustria, destina risorse significative alla “proroga degli ammortizzatori sociali per l’emergenza Covid, senza il pagamento del contributo addizionale; all’istituzione di un Fondo per il sostegno delle attività produttive più colpite dalla pandemia, il cui perimetro d’azione è però circoscritto alle misure già adottate; alla proroga e il rifinanziamento delle misure di sostegno alla liquidità – a partire dalla moratoria e dal Fondo di Garanzia per le pmi – e alla patrimonializzazione delle imprese (su quest’ultimo punto tornerò nel seguito)”. Si tratta di misure “volte a salvaguardare il potenziale produttivo del Paese, sostenere i redditi delle famiglie e mantenere la coesione sociale ed è importante, in questa fase, che il Governo non allenti il sostegno all’economia perché, come ha ricordato anche il Governatore Visco, ciò comprometterebbe la ripresa economica”, ha osservato il direttore generale di Confindustria. Tuttavia, tali misure “dovrebbero essere accompagnate da correttivi o interventi ulteriori. In primo luogo, sulle misure per la liquidità”.

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Lo spostamento della copertura delle midcap (imprese con dipendenti tra 250 e 499) dal Fondo di Garanzia a Sace “oltre a penalizzarle con peggiori condizioni di accesso alla garanzia, le lascerà prive dello strumento agevolativo, una volta che scadrà il Temporary Framework sugli aiuti di Stato. Al contrario, andrebbe resa strutturale l’estensione della copertura del Fondo alle midcap, come Confindustria chiede da tempo. Riguardo al Temporary Framework sugli aiuti di Stato, rimane urgente intervenire per allungare la durata dei prestiti garantiti almeno a 10 anni”. In secondo luogo, “occorre sostenere la domanda nei settori più colpiti dalla crisi o che avranno un ruolo determinante nei processi di transizione del nostro sistema industriale in modo che questi possano ripartire non appena le restrizioni per contenere il virus saranno allentate”, ha detto Mariotti. Due gli esempi: “la proroga almeno al 2022 del super bonus 110%, estendendolo – con gli opportuni aggiustamenti – agli edifici adibiti alle attività produttive; il rinnovo degli incentivi all’automotive”.

Quanto a quest’ultimo, “le misure di sostegno dovrebbero rappresentare la base per costruire un piano nazionale sulla mobilità sostenibile, che faccia leva, tra le altre cose, sull’adeguamento ambientale dei mezzi di trasporto pubblico e privato”. E a proposito di trasporti “considerazioni analoghe valgono per i tanti comparti che da marzo a oggi hanno visto un tracollo dei fatturati, i settori aereo, stradale e marittimo-portuale sono rimasti ai margini delle misure di indennizzo e ciò rischia di pregiudicare la continuità di molte imprese”. Anche i sindacati in audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Faccio io una domanda: se è eticamente corretto illudere i lavoratori della Sanità” ha detto in particolare il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, secondo cui “è eticamente scorretto prenderli in giro e questa manovra li prende in giro”, riferendosi al “trattamento economico, ai dispositivi di protezione individuale e alla carenza di organico” e ricordando che la situazione in cui ancora si trova la Sanità alle prese con l’emergenza Coronavirus è un “punto scatenante e rilevante della protesta” indetta dai sindacati di categoria del pubblico impiego per il 9 dicembre. “Una vergogna su cui chiediamo di intervenire immediatamente”, ha concluso.

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