Conte a Bruxelles, maggioranza a Roma fibrilla su riforme-manovra

Conte a Bruxelles, maggioranza a Roma fibrilla su riforme-manovra
Giuseppe Conte
15 ottobre 2020

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è volato a Bruxelles per difendere l’accordo sul Recovery Fund e a Roma scoppia la bagarre nella maggioranza, sulla manovra ma soprattutto sulle riforme. In Europa il Consiglio avrà sul tavolo, come temi centrali, la Brexit e l’epidemia di coronavirus, ma a margine dei lavori sarà affrontata anche la questione del Recovery Fund, che rischia di slittare dopo quanto avvenuto al Parlamento europeo. Ma intanto a Roma tra i partiti che sostengono il governo scoppiano le tensioni. Ad alimentarle, di sicuro, c’è il confronto sulla manovra. Due vertici, l’ultimo ieri sera, non sono bastati a trovare la quadra. Del resto le richieste sono molte e la coperta è corta: la prossima legge di bilancio dovrebbe essere di circa 40 miliardi, di cui 22 in deficit.

Tutte le forze politiche hanno messo sul tavolo le loro richieste: per il M5s i cavalli di battaglia sono la proroga del superbonus e il taglio delle tasse per i ceti medi; l’assegno unico è una priorità tanto per il Pd quanto per Italia viva, ma se per i Dem oltre a tagliare le tasse occorre sostenere i settori più colpiti dalla crisi, i renziani chiedono l’eliminazione di sugar tax e plastic tax e la riforma dell’Irpef. Sulla sanità e sul lavoro sono concentrate le richieste di Leu che vuole fondi per estendere le misure di tutela dei lavoratori e per potenziare la rete sanitaria territoriale ma anche per dare un riconoscimento economico a medici e infermieri. Una lunga lista di desideri, che non possono essere tutti accontentati. Domani sera a Palazzo Chigi si terrà un nuovo vertice al rientro di Conte da Bruxelles (via Genova) per cercare di trovare l’accordo finale da portare insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb) in un Consiglio dei ministri che al momento è previsto per sabato pomeriggio, anche se non si esclude un eventuale slittamento. Ma se un certo livello di tensione nella fase di preparazione della manovra è fisiologico, a far suonare l’allarme nella maggioranza è stata la mossa di Matteo Renzi che ha voluto e ottenuto il rinvio dell’esame della riforma costituzionale per permettere il voto ai 18enni per il Senato, previsto da oggi nell’Aula di Palazzo Madama.

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Dopo la richiesta di un “tavolo politico” fatta a Conte dal leader di Iv appena due giorni fa, dunque, c’è stato subito un ‘incidente’ parlamentare. Per Italia viva non c’è nessun stop ma la richiesta di “una visione d’insieme su tutte le modifiche che si vogliono apportare alla Costituzione e agli assetti istituzionali”. Ma gli alleati non l’hanno presa bene. Il Pd e il M5s chiedono un “chiarimento politico” con Conte prima di andare avanti con provvedimenti fondamentali. Il non detto, che però entrambe le forze fanno filtrare, è che il senatore di Rignano punti a sfruttare il difficile momento del Paese, ma anche la debolezza dei pentastellati, per promuovere qualche cambio nella squadra. Un’insinuazione respinta da Renzi che in serata assicura: “Non chiediamo il rimpasto ma che si discuta politicamente di dossier fondamentali”. Questa dunque è la situazione che a partire da domani Conte deve sciogliere e in fretta perchè con un autunno e inverno difficilissimi e la maggioranza appesa a un filo, almeno al Senato, ogni frattura non composta può portare a conseguenze gravissime. askanews

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