Cop26 al via, dagli impegni alla pratica: è l’ora della verità

Cop26 al via, dagli impegni alla pratica: è l’ora della verità
31 ottobre 2021

Dopo una nottata di trattative tra gli sherpa delle delegazioni del G20 per trovare un’intesa sugli impegni dei grandi della Terra sulla lotta al cambiamento climatico, il summit di Roma consegna alla Cop26 di Glasgow un accordo scritto, un ponte per passare dagli impegni scritti alla pratica, ma un ponte decisamente fragile. Poco, purtroppo, per riuscire ad avere la certezza che la Conferenza delle parti in Scozia possa avere successo e superare gli ostacoli posti a Roma da Cina, India e Russia in primis. Una Cop26 che è stata presentata da tutti come “l’ultima possibilità” per salvare il Pianeta. E lo stesso padrone di casa, il premier britannico Boris Johnson che copresiede con l’Italia la Cop26, ha spiegato che la Conferenza Onu potrà essere un successo, ma servono degli impegni da parte di tutti per evitare una catastrofe climatica”. E al termine del G20 ha detto di essere “soddisfatto”, ma che gli impegni presi sono “gocce in un oceano che si riscalda rapidamente”. Sei su dieci, ha ribadito, le possibilità di successo.

I leader del G20, secondo la dichiarazione finale di Roma, restano impegnati nell’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5, quest’ultimo “obiettivo riconosciuto da tutti come scientificamente valido, non era mai successo”, ha sottolineato il premier Mario Draghi. Inoltre, sempre con le parole del primo ministro italiano, per la neutralità climatica “rispetto alla situazione precedente l’impegno è un pochino più verso il 2050. Nel linguaggio del comunicato non è un impegno preciso nel 2050 ma prima era un impegno assolutamente assente, si parlava addirittura di fine secolo”, mentre adesso è attorno alla metà. I grandi del G20 garantiscono, poi, lo stop alle centrali a carbone entro il 2021 e si impegnano a “ridurre significativamente” le “emissioni collettive di gas serra”, “tenendo conto delle circostanze nazionali”. Un elemento, quello delle responsabilità “comuni ma differenziate”, che è stato sottolineato da tutti i leader presenti, proprio per mantenere le mani libere nel raggiungere i potenziali obiettivi su emissioni, energie verdi e neutralità climatica.

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La Cop26, che ha avuto domenica la sua giornata inaugurale, entra nel vivo domani con l’arrivo dei leader mondiali da Roma. La conferenza, che si chiuderà il 12 novembre, ha l’obiettivo di definire un metodo per assicurarsi che i Paesi rispettino gli impegni sulla riduzione delle emissioni di gas serra che hanno accettato firmando l`Accordo di Parigi nel 2015. Il nome tecnico di questi impegni è Nationally Determined Contributions (NDC), ovvero “Contributi determinati su base nazionale”. Secondo il rapporto del Panel Onu UNFCCC sugli NDC, pubblicato il 25 ottobre, se questi impegni venissero considerati tutti insieme non porterebbero all’obiettivo di riduzione delle emissioni auspicato, anzi: nel 2030 le emissioni di Co2 a livello mondiale aumenteranno del 16% rispetto al 2010. Inoltre, secondo gli studi dell`Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l`organismo dell`ONU che studia il cambiamento climatico, un aumento delle emissioni di questo genere potrebbe portare a un incremento della temperatura media globale di 2,7 gradi entro la fine del secolo. Dati ben lontani da quelli auspicati nel 2015.

Infine, sempre parlando di dati scientifici, che fanno da base alla discussione di Glasgow, oggi nella città scozzese è stato presentato il il rapporto della Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) secondo cui gli ultimi sette anni sono stati i più caldi da quando ci sono rilevazioni scientifiche della temperatura, e anche il 2021 si piazzerà fra il 5/o e il 7/o posto della classifica. Al summit ambientale, circa 200 Paesi dovranno incontrarsi, dialogare, scontrarsi e cercare di trovare un’intesa per invertire la rotta disegnata dai dati allarmanti. “Gli scienziati sono chiari sui fatti. Ora i leader devono essere altrettanto chiari nelle loro azioni. La porta è aperta, le soluzioni ci sono. La COP26 deve essere una svolta. Dobbiamo agire ora, con ambizione e solidarietà, per salvaguardare il nostro futuro e salvare l’umanità”, ha esortato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che partendo da Roma ha parlato di “speranze disattese ma non sepolte”. Un ulteriore appello è arrivato anche da Papa Francesco che più volte ha insistito sulla necessità di salvare il Pianeta: “Oggi a Glasgow inizia la Cop26, preghiamo affinché il grido della Terra e il grido dei poveri venga ascoltato. Che questo incontro possa dare risposte efficaci, offrendo speranza concreta alle generazioni future”, ha detto il Pontefice.

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“La Cop26 è la nostra ultima speranza per mantenere l’obiettivo 1,5 a portata di mano”, ha dichiarato dal canto suo il presidente della Cop26, Alok Sharma, nel suo intervento alla cerimonia di apertura della conferenza sul clima Onu. “Sei anni fa, a Parigi, abbiamo concordato i nostri obiettivi comuni”, ha ricordato Sharma ai delegati, facendo riferimento all’accordo del 2015 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi e cercare di raggiungere 1,5 gradi. “La Cop26 è la nostra ultima speranza per mantenere 1,5 a portata di mano”, ha proseguito il presidente, aggiungendo: “Se agiamo ora e agiamo insieme, possiamo tutelare la nostra promessa e garantire che quanto Parigi ha promesso, Glasgow lo realizza”. Tradurre le promesse in fatti, quindi, è il vero tema della Cop26. E per questo si attendono gli impegni di Cina e India e anche Russia. Quest’ultima ha ribadito che i suoi obiettivi restano al 2060. E non solo: critiche sono state anche le posizioni di Australia, Arabia Saudita e Norvegia. Come è emerso a pochi giorni dalla Cop26 questi Paesi hanno chiesto in diverse raccomandazioni agli scienziati Onu di eliminare intere parti del report sul clima tra cui lo stop alle centrali a carbone, il rapido abbandono dei combustibili fossili, l’accento sulle tecnologie di cattura e stoccaggio della Co2.

Intanto sul tema della concretizzazione degli impegni presi a Parigi ha battuto il presidente francese Emmanuel Macron da Roma: “La Cop26 riuscirà se noi, Stati e organizzazioni, ci doteremo di tutti i mezzi per raggiungere la neutralità carbonica da qui al 2050 con dei piani di azione chiari e concreti. Impegniamoci agiamo adesso”. A Glasgow sono attese oltre 25mila persone tra strette misure anti-Covid, con tamponi giornalieri e dosi di vaccino disponibili ai rappresentanti registrati e aree ben distinte tra media, delegazioni e leader. I principali impegni della Cop26, oltre a mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi, sono la neutralità carbonica entro il 2050, la protezione delle comunità e degli habitat a rischio, aumentare il sostegno finanziari ai Paesi vulnerabili, con 100 miliardi da parte dei Paesi ricchi, e la cooperazione tra pubblico e privato per mettere in pratica gli accordi di Parigi. askanews

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