Coronavirus, la mossa dell’Olanda: niente coronabond ma una “mancia” a Italia e Spagna

Coronavirus, la mossa dell’Olanda: niente coronabond ma una “mancia” a Italia e Spagna
Mark Rutte, Sebastiasn Kurz e Angela Merkel
2 aprile 2020

Né coronabond, né eurobond, né bond per la ricostruzione, né fondi economici di emergenza: per far fronte alla risi del coronavirus l’Olanda propone ora una “donazione” – di entità peraltro rimasta nel vago – a favore dei Paesi più colpiti come la Spagna e l’Italia. “Nessun prestito ma una donazione” ha spiegato il premier Mark Rutte ai suoi parlamentari, per un ammontare che fonti del Financial Times indicano fra i 10 e i 20 miliardi di euro; quindi, l’Aia sembrerebbe scartare anche l’ipotesi di un utilizzo del Fondo di Stabilità.

Rutte ha inoltre sottolineato che la donazione verrebbe destinata a colpire i costi sanitari, ma non economici, dell’epidemia e la relativa proposta sarebbe già stata presentata all’Unione Europea. Il governo francese da parte sua sta invece vagliando come soluzione di compromesso la creazione di un fondo di salvataggio speciale, della durata di cinque o al massimo dieci anni, destinato ad alleviare le conseguenze economiche del coronavirus e che non esclude il contemporaneo ricorso al fondo di stabilità. I Ministri delle Finanze dell’Eurozona dovrebbero riunirsi in videoconferenza il prossimo 7 aprile per coordinare – se possibile – una risposta europea all’epidemia. L’ipotesi dei coronabond è difesa da Francia, Italia e Spagna ma vede al momento il veto di Germania, Olanda e Austria, contrarie a quelle che considerano una mutualizzazione del debito.

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Intanto, il presidente del Parlamento europeo continua a credere sulla “solidarietà” tra i Paesi dell’Unione. E così, David Sassoli, dopo l’incontro con i leader dei gruppi politici, ha dichiarato: “Il nostro messaggio è chiaro: la democrazia continua a funzionare. Tutti gli organi del Parlamento sono al lavoro per affrontare l`emergenza del Covid-19. E tutti sono in grado di riunirsi, partecipare, dibattere, proporre e votare”.  Sassoli ha annunciato una plenaria straordinaria dell`Europarlamento il 16 e 17 aprile, “per votare i nuovi provvedimenti della Commissione per fronteggiare l`emergenza, per discutere e aggiornare la nostra posizione su come affrontare questa catastrofe”.

Il presidente del Parlamento europeo ha anche comunicato di aver ricevuto “il mandato di inviare una lettera alla Commissione Europea, per chiedere come la Commissione intende muoversi di fronte alla legge approvata dal Parlamento ungherese e se questo non costituisca una grave violazione dell`Articolo 2 del Trattato, quello che parla dei nostri valori, fondati sulla democrazia e la libertà”. Anche il Parlam,ento europeo sta facendo la sua parte contro il virus. “Abbiamo dato in dotazione alle autorità di Bruxelles una nostra sede per la cura dei pazienti e una flotta di 100 autoveicoli – ha detto Sassoli -. Siamo pronti a fare lo stesso per le sedi di Lussemburgo e Strasburgo se ne avranno bisogno. Siamo l`Europa, la nostra forza si chiama solidarietà”.

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