Coronavirus, lunedì nuovo Dpcm: chiusura per le zone più a rischio. Su lockdown generale si deciderà l’8 novembre

Coronavirus, lunedì nuovo Dpcm: chiusura per le zone più a rischio. Su lockdown generale si deciderà l’8 novembre
31 ottobre 2020

Chiusure mirate delle aree più a rischio ovvero dove l’indice di trasmissione Rt ha superato l’1,5. E’ questa la linea emersa nel vertice di questo pomeriggio tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione di maggioranza per fermare i contagi e provare a scongiurare un lockdown generale in tutta Italia. Una linea che prenderà corpo in un nuovo Dpcm dopo aver informato il Parlamento.Infatti, le comunicazioni del presidente del Consiglio alla Camera si terranno lunedì alle 12. “Abbiamo introdotto misure restrittive il 25 ottobre – va ripetendo Conte durante le riunioni di questi giorni sull’emergenza Coronavirus – adesso dobbiamo aspettare gli effetti almeno per quindici giorni”. Quindi su eventuali nuove misure restrittive nazionali si deciderà entro l’8 novembre ma nel frattempo saranno presi provvedimenti proprio sulla base dei numeri dei nuovi positivi e soprattutto della tenuta delle strutture sanitarie. Le terapie intensive continuano a reggere, anche se sono in sofferenza in alcune Regioni. Per questo è allo studio del ministro della Salute Roberto Speranza e del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia la possibilità di trasferire i pazienti anche in altre Regioni.

Lunedì si deciderà anche sull’ipotesi di fare di Milano una zona rossa: la stretta – se arriverà – sarà dopo l’incontro del governatore della Lombardia Attilio Fontana con i sindaci lombardi. La chiusura interesserà l’area metropolitana e altre zone dove il numero di contagiati continua ad aumentare e non soltanto Milano città. Le chiusure mirate che arriveranno nel Dpcm di lunedì riguarderanno quei territori che al momento presentano maggiori criticità. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto al Cts di fornire indicazioni in merito. A rischio, a quanto si apprende da fonti di governo, 5 regioni dove l’indice di trasmissione Rt è andato oltre l’1,5. Oltre alla Lombardia, nella lista ci sono Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano. Ma altre zone sono “sotto osservazione”. Il provvedimento potrebbe limitare ovunque anche gli orari dei negozi e prevedere le chiusure dei centri commerciali nei fine settimana. E nelle zone che già si trovano nello Scenario 4 – il più grave – potrebbero essere chiuse anche altre attività ritenute non essenziali. Nelle regioni che saranno interessate dalle chiusure di lunedì sera non si potrà entrare o uscire se non per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza.

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Le nuove misure saranno messe a punto domani in una intensa giornata di incontri: la mattina tra governo e regioni, alle 15 tra il premier e i capi delegazione. Una riunione che alle 17 sarà allargata anche ai capigruppo di maggioranza. Nelle intenzioni di Conte c’era di instaurare già da domani un tavolo con le opposizioni tanto che oggi stesso il presidente del Consiglio ha contattato i leader del centrodestra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi per invitarli a indicare un rappresentante per la cabina di regia ma i tre hanno risposto “No, grazie”. “Fin dall’inizio della pandemia – spiegano Salvini, Meloni e Berlusconi – il centrodestra, che è la prima forza politica della Nazione e governa la maggioranza delle Regioni, ha anteposto l’interesse dell’Italia all’interesse politico della propria coalizione. Per mesi abbiamo preparato proposte ed emendamenti, ma atteso invano che il governo ci convocasse in Parlamento, la sede istituzionale dove è giusto che avvenga il confronto tra maggioranza e opposizione. Ancora pochi giorni fa, ci è stata data notizia dell’ultimo Dpcm, soltanto poco tempo prima della sua comunicazione agli italiani”.

“L’attuale situazione sanitaria – osservano – sta precipitando anche a causa delle mancate decisioni – o delle decisioni rimandate – del governo: il Paese si è presentato impreparato alla seconda ondata della pandemia che pure era ampiamente prevista e prevedibile. Oggi il governo ipotizza una “cabina di regia” con le opposizioni. Il ravvedimento appare tardivo. Il centrodestra è sempre stato a disposizione dell’Italia, ma oggi più che mai l’unica sede nella quale discutere è il Parlamento della Repubblica italiana. Lì sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre. Non siamo disponibili, invece, a partecipare a operazioni di Palazzo che sembrano dettate più che da una reale volontà di collaborazione dal tentativo di voler coinvolgere l’opposizione in responsabilità gravi che derivano dall’immobilismo e dalle scelte sbagliate effettuate dal governo”.

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