‘Corsi d’oro’ a Messina, richieste di condanna per 13 imputati

17 novembre 2016

Con le richieste dell’accusa va alle battute finali il processo per il primo troncone dell’operazione ‘Corsi d’oro’ condotta dalla procura di Messina nel 2013, sulla gestione degli enti di formazione professionale. I pubblici ministeri Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, dopo aver parlato per quasi due ore riepilogando i vari fatti contestati, hanno formalizzato le richieste per i 13 imputati ed i 5 enti coinvolti nel processo che si tiene davanti ai giudici della Seconda sezione penale del Tribunale di Messina.

I pm hanno chiesto la condanna a 8 anni e 6 mesi per Elio Sauta, presidente dell’Aram, un ente di formazione professionale; 6 anni e 10 mesi per la moglie, Graziella Feliciotto; per Chiara Schirò moglie del parlamentare Francantonio Genovese, chiesti 6 anni e 4 mesi; per Concetta Cannavoò della Lumen, 2 anni ed 8 mesi; per Natale Lo Presti 6 anni e 10 mesi; per Nicola Bartolone 4 anni 10 mesi e l’assoluzione per due capi d’imputazione; per Carlo Isaja 2 anni e 2 mesi; per l’ex assessore comunale e rappresentante dell’Ancol Carmelo Capone e per Natale Capone 5 anni ciascuno; per Giuseppe Caliri 2 anni; per Salvatore Giuffrè 4 anni; per Daniela D’Urso, moglie dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, chiesti 3 anni ed 8 mesi; per Daniela Pugliares 2 anni e 10 mesi. I pubblici ministeri hanno chiesto anche sanzioni pecuniarie per gli enti, in particolare per Ancol è stata chiesta la sanzione pecuniaria di 300 quote dell’importo di 200 euro ciascuno, per Elfi Immobiliare srl la sanzione pecuniaria di 500 quote da 400 euro ciascuno, per Sicilia Service srl 350 quote da 300 euro ciascuno, per Centro Servizi 2000 srl 500 quote da 400 euro ciascuno e per l’Associazione Pianeta Verde srl 300 quote dell’importo di 200 euro ciascuno. Subito dopo sono intervenuti gli avvocati di parte civile che si sono per gran parte associati alle richieste del Pm, il processo è stato rinviato, proseguirà a gennaio con gli interventi della difesa. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione finalizzata al peculato ed alla truffa reati finanziari e falsi in bilancio connessi alla gestione degli enti di formazione professionale, peculato, truffa e tentata truffa.

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