Corte d’appello di Parigi nega estradizione a 10 ex terroristi italiani

Corte d’appello di Parigi nega estradizione a 10 ex terroristi italiani
Giorgio Pietrostefani
29 giugno 2022

I terroristi degli “anni di piombo” sfuggono alla giustizia italiana. Dopo lunghi decenni di insistenti richieste dall’Italia, la Corte d’Appello di Parigi – si legge sui media online francesi – ha emesso oggi parere sfavorevole sull’estradizione di dieci ex attivisti di estrema sinistra italiani, condannati nel Paese d’oltralpe a pesanti pene detentive per attentati terroristici negli anni Settanta e Ottanta. Tutti erano stati arrestati o si erano consegnati alla autorità nell’ultimo anno. I dieci ex terroristi rossi sono stati arrestati nell`ambito dell`operazione «Ombre rosse» nell`aprile 2021: tra loro l`ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell`omicidio del commissario Luigi Calabresi. La sentenza della camera istruttoria – che ha giurisdizione sulle estradizioni – si è basata sul rispetto della vita privata e familiare e sul rispetto del giudizio in contumacia, previsto dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, a sostegno della sua decisione, ha spiegato il presidente.

Le domande di estradizione riguardano poi gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti; l`ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura; l`ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin; l`ex membro dei Nuclei armati contropotere territoriale, Narciso Manenti. Questi ex membri o leader delle Br e di altri gruppi terroristici sono stati tutti condannati in Italia per crimini commessi durante gli “anni di piombo”. Un periodo, dal 1968 alla fine degli anni Ottanta, caratterizzato da grandi tensioni politiche, sfociate in violenze perpetrate dall’estrema destra e dall’estrema sinistra. Una violenza che raggiunse il culmine nel 1978 con l’omicidio di Aldo Moro. Tra le persone delle quali l’Italia rivendicava l’estradizione, alcune sono state coinvolte in azioni che hanno avuto un grande impatto. Marina Petrella, già capo della “colonna romana” delle Brigate Rosse, è stata ad esempio condannata e detenuta in Italia per l’omicidio di un questore e il tentato sequestro di un vice prefetto prima di rifugiarsi in Francia nel 1993. La sua estradizione nel 2008 era stata bloccata da Nicolas Sarkozy per motivi di salute.

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Gli altri ex terroristi sono anche accusati di “omicidi aggravati”, “associazione a fini terroristici” o “partecipazione a banda armata”. La decisione della giustizia francese pone fine a oltre trent’anni di attesa in Italia mentre gli imputati non hanno – o solo parzialmente – scontato la pena nel Paese. Negli anni Ottanta questi attivisti trovarono una certa simpatia nei circoli intellettuali della sinistra francese, i quali temevano che i tribunali italiani non li giudicassero in modo imparziale. La “dottrina Mitterrand”, istituita dall’allora presidente francese, consentiva ai detenuti di trovare rifugio in Francia e di sottrarsi all’accusa nel loro Paese, a condizione che prendessero le distanze da azioni violente.

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