Corte India, Latorre in Italia fino a conclusione processo arbitrale. Stesse condizioni di Girone

Corte India, Latorre in Italia fino a conclusione processo arbitrale. Stesse condizioni di Girone
28 settembre 2016

di Giuseppe Novelli

Marò latorre 11GironeIl fuciliere di Marina Massimiliano Latorre (foto dx) potrà restare in Italia fino al termine del procedimento arbitrale in corso all’Aia, alle stesse condizioni già disposte per l’altro marò Salvatore Girone (foto sx). La decisione della Corte Suprema di Nuova Delhi, arrivata oggi, consente dunque al militare italiano di attendere in patria la decisione della Corte permanente di arbitrato che dovrà decidere chi, tra Italia e India, ha la giurisdizione sull’incidente che ha coinvolto il mercantile Enrica Lexie e il peschereccio indiano St. Antony il 15 febbraio 2012. Durante la breve udienza odierna, la Corte, guidata dal giudice AR Dave, ha respinto le obiezioni mosse dall’avvocato Balagopal, rappresentante del governo del Kerala. Da parte sua, il legale delle famiglie delle vittime, Rana Mukharjee, ha spiegato che difficilmente il caso si concluderà davanti al tribunale entro il 2018 o il 2020, ed ha denunciato il tentativo di trascinare oltremodo la vicenda giudiziaria. Per Latorre varranno tutte le condizioni già imposte all’altro fuciliere di marina Girone, con garanzie scritte individuali e dello Stato italiano. Girone – ricorda la stampa indiana – è chiamato a presentarsi ad una stazione di polizia in Italia il primo mercoledì di ogni mese e le autorità italiane sono tenute a informare su questo l’ambasciata di Nuova Delhi a Roma; non deve manomettere prove né influenzare qualsiasi testimone; deve restare sotto la giurisdizione della Corte suprema e, in caso di violazione di una di queste condizioni, vedrà annullato il suo permesso. Nel caso di Latorre, la Corte suprema ha chiesto anche che il governo indiano presenti ogni tre mesi un rapporto sui progressi del caso compiuti presso il tribunale arbitrale.

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La sentenza è stata accolta con soddisfazione dalla Farnesina e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Si tratta di un passaggio importante che riconosce l`impegno intrapreso dal Governo italiano con il ricorso all`arbitrato internazionale per fare valere le ragioni dei nostri due Fucilieri di Marina. Con identico impegno l`Italia affronterà i prossimi passaggi del procedimento arbitrale, che entra ora nel merito del caso della Enrica Lexie”, si legge in un comunicato del ministero. Latorre è in Italia da due anni, da quando la Corte Suprema indiana ne ha autorizzato il rimpatrio per ricevere tutte le cure mediche necessarie dopo essere stato colpito da un ictus a Nuova Delhi nell’agosto del 2014. Fino ad oggi il permesso era stato sempre prorogato. L’ultimo aveva scadenza il 30 settembre prossimo. La decisione odierna della Corte suprema indiana segna un nuovo punto a favore del governo italiano in una vicenda lunga e complessa iniziata il 15 febbraio 2012 quando, al largo del Kerala, due pescatori indiani, Valentine e Ajeesh Pink, furono uccisi da colpi d’arma da fuoco. Secondo l’accusa indiana, a sparare furono i due fucilieri italiani a bordo dell’Enrica Lexie per un’attività antipirateria (il team di protezione era composto da sei fucilieri del Reggimento San Marco della Marina militare). Dopo che il mercantile italiano, su ordine delle autorità indiane, fu costretto ad attraccare nel Kerala, i due militari sono stati arrestati e accusati dell’uccisione dei due cittadini indiani. Ne è scaturita una complessa partita giuridica tra Italia e India su quale sia la giurisdizione da applicare al caso. L’Italia ha deciso di fare ricorso al Tribunale arbitrale dell’Aja per risolvere il contenzioso. Il 29 aprile scorso la corte arbitrale ha deciso il rientro in Italia di Girone, istanza poi confermata dalla Corte suprema indiana.

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