Covid-19, Andrea Bocelli si scusa: non volevo offendere nessuno

Covid-19, Andrea Bocelli si scusa: non volevo offendere nessuno
Andrea Bocelli
29 luglio 2020

“Da sempre mi sono speso per combattere la sofferenza e l’ho fatto anche recentemente con l’avvento di questa sciagurata pandemia, come molti sanno. Perciò se il mio intervento al Senato ha generato sofferenza, di questo io chiedo sinceramente scusa, perché proprio non era nelle mie intenzioni. Così come nelle mie intenzioni non era di offendere chi dal Covid è stato colpito”. Lo scrive in un post sulla sua pagina Facebook, il tenore Andrea Bocelli.

“Del resto, come sapete, la mia famiglia non è stata risparmiata dal virus: siamo stati tutti quanti contagiati e tutti abbiamo temuto il peggio; perché nessuno può conoscere l’andamento di una malattia come questa, che è ancora oggi sconosciuta. Lo scopo del mio intervento al Senato – spiega – era quello di sperare in un prossimo futuro in cui i bambini soprattutto, possano ritrovare la normalità, possano sperare di vivere “da bambini”, giocando tra loro, abbracciandosi, come devono fare i bambini per poter crescere sani e sereni. Questo solo era il senso del mio intervento ed a tutti quelli che a causa del modo in cui mi sono espresso – sicuramente non il più felice e dalle mie parole hanno trovato ragioni per sentirsi offesi o hanno sofferto per quello che ho detto, a loro chiedo sinceramente scusa, perché le mie intenzioni erano tutt’altre, erano esattamente il contrario”.

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IL CONVEGNO

Il convegno, organizzato dal senatore del Carroccio Armando Siri e da Vittorio Sgarbi, si è svolto in una sede parlamentare quale è la biblioteca del Senato, a Piazza della Minerva. Nel corso della mattinata di lunedì scorso, sono intervenute personalità dei campi più disparati (a partire proprio dal cantante Andrea Bocelli) accomunati dal fatto di avere una visione critica su come il governo e il cts hanno affrontato l’emergenza coronavirus in Italia. “C’è la sensazione di essere in un ritrovo di carbonari, di negazionisti – ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini – se c’è gente strana, io qui mi trovo benissimo. La libertà di pensiero è il primo bene a rischio: c’è un fronte di chi ha un’idea diversa rispetto al mainstream. Io mi sono rifiutato di salutare di gomito. Se uno mi allunga la mano, mi autodenuncio, gli do la mano. Tanto un processo più, un processo meno. I bollettini di contagio – ha concluso rincarando la dose – sono terrorismo mediatico”.

“Siamo stati ipnotizzati, accettando tutte le restrizioni e, quindi, quello che vorrei è che da questa riunione che teniamo oggi qui venisse fuori un manifesto della verità”. Lo ha detto Vittorio Sgarbi intervenendo al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti”, al Senato. “Mi fido di esperti quali Massimo Clementi, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti e Guido Silvestri. Allora, o questi medici sono pazzi o i loro colleghi sono bugiardi. Questa riunione ha quindi un obiettivo molto serio: fare in modo che queste persone siano ascoltate dal governo, che ci sia un’audizione parlamentare. Dobbiamo dare voce a Zangrillo e ai tanti che hanno detto cose che non sono state ascoltate”. “Ci sono diverse verità, non solo una. C’è quella di chi dice che nei nostri ospedali non c’è più il Covid”, ha aggiunto Sgarbi, sottolineando che “esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il Covid-19 come falso allarme globale. Da due mesi non c’è un solo morto di coronavirus. Anche dire che il Brasile è in emergenza non è vero. Ora serve un manifesto della verità”.

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Durante il lockdown “mi sono sentito umiliato e offeso perche’ non potevo uscire da casa”. Lo ha affermato il tenore Andrea Bocelli intervenendo al convegno ‘Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti’, al Senato. Bocelli ha riconosciuto di aver “violato le restrizioni uscendo lo stesso, perché ho una certa età e ho bisogno del sole”. Il tenore ha poi aggiunto: “All’inizio del lockdown ho quindi chiamato Renzi, Salvini e Berlusconi, tutti quelli che conoscevo insomma, nel tentativo di creare un fronte trasversale, fatto di persone di buon senso, per fare qualcosa tutti insieme”. E ha concluso: “Non posso pensare alla celerità con la quale sono state chiuse le scuole e, dall’altra parte, con la quale le discoteche si sono di nuovo riempite”.

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