Covid-19, più contagi ma meno morti. Varianti più contagiose. Per 55-79enni, vaccinazioni pronte a partire

Covid-19, più contagi ma meno morti. Varianti più contagiose. Per 55-79enni, vaccinazioni pronte a partire
Foto di Наркологическая Клиника da Pixabay
5 febbraio 2021

Sono 14.218 i nuovi contagiati da Sars-cov-2 registrati nelle ultime 24 ore in Italia e 377 sono le vittime. È quanto emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute-Iss. Ieri i test positivi erano stati 13.659 mentre le vittime 422. Sono stati 270.507 i test (tamponi
molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 270.142, quindi appena 400 in meno), con un tasso di positività del 5,2% (ieri era stato del 5,05%). Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 2.142, in calo di 9 unità rispetto a ieri, nel saldo tra ingressi e uscite; gli ingressi giornalieri sono 132. I ricoverati con sintomi sono invece 19.575, quindi 168 in meno di ieri.

La regione con più casi nelle 24 ore è la Lombardia (+2.504), seguita da Campania (+1.665), Emilia Romagna (+1.364), Puglia (+1.215) e Lazio (+1.141). I casi totali sono 2.611.659. I guariti sono 14.995 (ieri 17.680), per un totale di 2.091.923. Sempre in discesa il numero delle persone attualmente positive, 1.159 in meno (ieri -4.445): i malati ancora attivi sono ora 429.118. Di questi, 407.401 sono in isolamento domiciliare, 982 meno di ieri.

VARIANTI PIU’ CONTAGIOSE

“Le varianti del coronavirus, come dato oggettivo, sono più contagiose. Sulla letalità è ancora tutto da stabilire perchè ovviamente, più contagi, più casi, più morti. Ora il dato è che con più casi ci sono più morti”. Lo ha spiegato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, chiarendo che “l’elemento più preoccupante, e che più ci interessa, è che i vaccini vanno contro lo spike, l”uncino’ che è l’aggancio alle cellule. Queste varianti agiscono soprattutto nel cambiare la conformazione di questo ‘uncino’ rendendolo più efficace ma, soprattutto, non più riconoscibile, o meno riconoscibile, da parte degli anticorpi che noi produciamo attraverso il vaccino, mirati a diverse parti di questo uncino. Questo è il problema”. L’unica soluzione, ha sottolineato l’esperto, “è cercare di limitare la diffusione del virus su scala mondiale. E il problema è rendere disponibili i vaccini, non solo per noi, ma anche e soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, perché se lasciamo che il virus vada come va, terribilmente, in quei territori, ovviamente avremo aspetti di devastazione ulteriori ma anche, per il calcolo di probabilità, più varianti. E soprattutto casi importati. Quindi l’approccio alla disponibilità dei vaccini è fondamentale per tutto il mondo”.

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Il commissario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, intanto ha annunciato che per i 55-79enni le vaccinazioni partiranno “al più presto, in funzione del numero delle dosi che avremo a disposizione”. “I vaccini di Pfizer e Moderna – ha ricordato – al momento servono a scorrere la gerarchia delle priorità del piano vaccinale: finiamo ospedali e Rsa, siamo partiti e dobbiamo accelerare con gli over 80 e poi scendiamo verso le categorie di età, partendo da quelli estremamente vulnerabili a prescindere dalle età tra i 55-79 anni e a poi scendere in ordine decrescente di età. Sul quando non c’è una risposta: dipende dalla velocità della fornitura di dosi e dalla numerosità di produttori autorizzati progressivamente” ha concluso.

LE VACCINAZIONI

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