Covid, stato emergenza fino al 31 ottobre. Conte: obbligo mascherine sempre, anche a casa. Multa fino a 1.000 euro

7 ottobre 2020

Obbligo di portare la mascherina sempre, pure all’aperto, ma anche in famiglia fare grande attenzione. Il Consiglio dei ministri ha approvato stamani il nuovo decreto legge per fronteggiare l’emergenza coronavirus, e stasera è stato il premier Giuseppe Conte a spiegare il perché della “stretta” sulle regole. I dati creano preoccupazione. “C’è una risalita della curva di contagio – ha detto Conte, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi – da qui la decisione di prorogare l’emergenza al 31 gennaio”.

Entro il 15 ottobre sarà varato un nuovo Dpcm, ma già da domani saranno applicate le nuove regole sull’uso delle mascherine. “Le mascherine d’ora in poi dobbiamo portarle quando si esce di casa e indossarle in ogni caso a meno che non ci si trovi in una situazione di continuativo isolamento, ad esempio se si è in montagna isolati. Per il resto va portata e indossata”, ha spiegato, elencando poche eccezioni: i bambini sotto i sei anni, chi fa attività sportiva e chi per motivi di salute ha difficoltà respiratorie. Le multe per chi trasgredisce sono ‘salate’: fino a mille euro. Dentro la propria abitazione nessun obbligo, ma una “forte raccomandazione”. “Anche in famiglia dobbiamo stare attenti. Se riceviamo amici e parenti stiamo attenti e manteniamo le distanze. Sono le situazioni in cui più si diffonde il contagio. E’ sacrosanto che lo Stato non entri nelle case, ma abbiamo una forte raccomandazione: dobbiamo stare attenti, ci sono persone fragili. Tuteliamo anche loro con la mascherina”, ha sottolineato.

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Queste misure, è l’auspicio di Conte, dovranno servire per evitare nuovi e più duri provvedimenti. “Vogliamo evitare nuove misure più restrittive per attività commerciali e sociali”, ha assicurato, rilevando però che “se dismettiamo” il “senso di responsabilità”, la “disponibilità al sacrificio, andremmo in difficoltà”. Comunque sia, il decreto prevede le Regioni, già da oggi, possano varare misure più restrittive rispetto a quelle decise dal governo, mentre per ‘allargare le maglie’ servirà il consenso del Ministero della Salute. La ripresa dell’epidemia, però, porta con sé anche problemi politici. Conte respinge le accuse delle opposizioni di non andare mai in Parlamento (“Ci sarò la settimana prossima e a fine mese tornerò ancora per il ‘question premier’ per rispondere alle domande. Non credo di poter essere accusato di sottrarmi”) ma ammette qualche preoccupazione per i numeri, dopo quanto accaduto ieri alla Camera, dove è mancato il numero legale per il voto sulle risoluzioni presentate sulla relazione del ministro Roberto Speranza.

“Se la situazione dovesse peggiorare – dice – ci sarà un problema oggettivo per raggiungere il numero legale per l’approvazione” della Nadef “ma confidiamo che non si arrivi a quello”. Nessuna replica, invece all’intervista della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, critica con l’esecutivo. Anche se quel “non l’ho letta…” del premier sembra già di per sè una replica. Sul fronte economico, infine, il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri prevede anche che i termini per la richiesta di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga collegate all’emergenza coronavirus previsti ai commi 9 e 10 dell`articolo 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, “sono differiti al 31 ottobre 2020”.

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