I cubani verso l’addio a Fidel, omaggio alle ceneri il primo tributo al Comandante

I cubani verso l’addio a Fidel, omaggio alle ceneri il primo tributo al Comandante
28 novembre 2016

Passato lo choc dell’annuncio, i cubani si preparano a una settimana di commemorazioni per rendere omaggio alla figura del comandante della rivoluzione Fidel Castro, l’uomo che da 1959 ha dominato la politica dell’isola caraibica. Il culmine saranno i funerali del Lider Maximo, che si terranno domenica 4 dicembre a Santiago de Cuba, luogo simbolico della rivoluzione. Prima ci sarà una processione che porterà le ceneri di Fidel dall’Avana a Santiago, distanti 900 km, che sarà il momento forte e mobiliterà milioni di cubani. Non sono in programma particolari iniziative ufficiali, mentre il decreto di lutto ha vietato tutti gli eventi ludici. La prima cerimonia di raccoglimento è prevista per oggi sull’emblematica Piazza della Rivoluzione, epicentro della politica cubana, i cui accessi sono già chiusi dalla polizia da sabato. Dappertutto a Cuba, l’annuncio della morte di Fidel è stato accompagnato da silenzio, in particolare all’Avana, una città normalmente viva, dove la musica è dappertutto e sfida i rumorosi rumori delle automobili.

Piccoli gruppi si sono formati discretamente qua e là nelle strade, soprattutto vicino alle università. Qualche centinaio di studenti si sono raccolti sabato sera per una veglia nottura davanti alla facoltà dove il Comandante ha fatto i suoi primi passi in politica alla fine degli anni ’40. Il lutto, oltre a cancellare gli spettacoli, ha anche fatto rimandare i match di baseball – sport che Castro amava particolarmente – e sospeso la vendita di alcol. La gran parte dei ristoranti ha ridotto l’orario di apertura. La presenza della polizia è visibile, ma discreta. I media nazionali hanno programmato reportage, documentari, dibattiti in glora del “Compagno Fidel”. Granma, il quotidiano del Partito comunista, ha marcato l’avvenimento con un’edizione speciale stampata con l’inchiostro rosso, come fu nel caso della morte della leggenda guerrigliera Ernesto “Che” Guevara o del presidente venezuelano Hugo Chavez. Tra gli 11,2 milioni di abitanti dell’isola, molti non hanno nascosto il loro dolore rispetto alla perdita di quello che è considerato un gigante del XX secolo nel paese, capace di tenere testa alla potenza statunitense. Castro, a livello internazionale, è considerato una figura controversa, che ha tenuto il potere con autoritarismo, reprimendo l’opposizione attraverso l’incarcerazione e l’esilio.

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Ma nel paese è riverito, anche dopo dieci anni dal passaggio di consegne al fratello minore, Raul, oggi presidente cubano. E’ stato proprio Raul in un discorso alla televisione a rivelare il decesso del Lider Maximo. Non ha spiegato le cause della morte, ha detto che Fidel sarebbe stato cremato al mattino di sabato. In seguito nesuna fonte ufficiale ha confermato la cremazione. Fidel aveva ceduto il potere a Raul nel 2006, dopo un’emorragia intestinale, ma aveva continuato a far sentire la sua voce sui fatti cubani e internazionali ricevendo visite e con interventi scritti ripresi ampiamente dai media cubani. Tra il 2014 e il 2015 era completamente scomparso dalla scena pubblica, tanto che diverse volte lo si era dato per morto. Ma da un anno e mezzo aveva ricominciato a ricevere personalità e dignitari stranieri a casa sua. Gli osservatori hanno visto nella sua presenza ingombrante un freno alle riforme che Raul ha avviato, con gradualità, nell’economia cubana, che pure hanno contribuito a un disgelo con gli Stati uniti di Barack Obama, visto con un certo distacco dallo stesso Fidel e ora messo in discussione dall’imminente arrivo alla Casa bianca del repubblicano Donald Trump.

“Il socialismo è sopravvissuto alla lunga malattia di Fidel Castro e continuerà certamente a Cuba dopo la sua morte”, ha giudicato Jorge Duany, direttore dell’istituto di ricerca cubana all’università internazionale della Florida. In ogni caso, secondo l’analista, la morte del Lider Maximo “accelererà probabilmente le riforme economiche, ma bisognerà attendere il ritiro dalla presidenza di Raul, annunciato per il 2018, per valutare più chiaramente se ci saranno cambiamenti sostanziali”. Proprio in Florida ci sono state le reazioni più ostili a Fidel, con festeggiamenti che non si sono fermati neanche la notte tra gli esuli cubani, al centro negli ultimi decenni dei tanti tentativi di rovesciarlo e spesso di assassinarlo. A Miami vive anche una sorella di Fidel e Raul, Juanita, che in passato ha anche collaborato con la Cia per far saltare il regime castrista. L’anziana donna ha smorzato le voci che l’avrebbero voluta presente alle esequie di Fidel: pur esprimendo il senso della perdita del fratello, ha detto che non intende affatto andarci. Trump, l’uomo che ascenderà alla Casa bianca e potrebbe vanificare lo storico disgelo Raul-Obama, ha detto parole sprezzanti sulla figura di Fidel: “Un dittatore brutale che ha oppresso il suo popolo”. Inoltre, il presidente eletto ha chiarito che farà “di tutto” per contribuire alla libertà del popolo cubano. Su quel “di tutto” si basa il futuro delle relazioni Usa-Cuba.

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